Anche nell’adolescenza l’amore può essere forte al punto da sfidare l’impensabile, dando un valore speciale al tempo che passa. “Sulla stessa onda”, storia di formazione scritta e diretta da Massimiliano Camaiti, on demand su Netflix dal 25 marzo, fa toccare con mano la forza dei sentimenti, sfatando il pregiudizio che l’amore vero sia quello consapevole e maturo. Un film emozionante, “siciliano” per ambientazione – girato tra San Vito Lo Capo, Favignana e Palermo prima del Covid – e buona parte del cast, a partire dai giovanissimi protagonisti, la palermitana Elvira Camarrone e il messinese Christian Roberto, che danno volto a Sara, studentessa liceale, e Lorenzo, suo istruttore di vela durante un campus estivo sull’isola.
I due ragazzi si lasciano andare ad una storia d’amore tipica dell’età, ignari della difficile prova che li aspetta: la distrofia muscolare della ragazza. In un viaggio pieno di rischi, incoscienza e coraggio, Sara e Lorenzo saranno quindi costretti a crescere in fretta, per rendere eterno ogni momento della loro storia. «Quando eravamo giovani io e i miei amici abbiamo vissuto un evento particolare che mi è rimasto impresso, avvicinandomi a un certo tipo di letture e di film – ha raccontato il regista Camaiti in videoconferenza – fino a quando ho scritto il soggetto di questa storia, che parte come un “teen movie” incentrato sui ragazzi, con atmosfere gioiose, per trasformarsi dopo in melò, adatto ad un pubblico più ampio, alle famiglie dei teenagers. Raccontando Sara nella prima fase della malattia, il film si concentra sulla psicologia dei protagonisti e fa vedere se possa esistere qualcosa capace di spegnere l’amore tra loro; per cui è incentrato più sul sentimento che sulla malattia».
«Infatti l’interiorità dei protagonisti è in primo piano – aggiunge la Camarrone – hanno due caratteri differenti, ma si completano a vicenda». Gli attori e il regista un mese prima delle riprese hanno visitato il Centro Regionale per la cura delle malattie rare neuromuscolari di Palermo. «Lì abbiamo conosciuto alcuni ragazzi affetti dalla patologia – prosegue l’attrice – Ci colpì particolarmente uno di loro, che raccontò dell’ultima volta che aveva camminato come se fosse il più bel giorno della sua vita. Ci siamo commossi tanto!».
«È stato un incontro fondamentale per capire come approcciare la malattia – ha aggiunto Roberto – . Per Lorenzo mi sono rifatto alle mie esperienze personali, perché mia sorella è affetta da una grave forma di scoliosi ed è costretta a portare un busto da tre anni, con un’ora di libero movimento al giorno che dedica alla danza, sua grande passione. Il mio ruolo nel film è quello di un ragazzo che non ha più la madre; per cui ho unito l’esperienza di mia sorella alla mancanza di mia madre, che vive a Roma, e il rapporto di Lorenzo con sua zia (Manuela Ventura) a quello con mia zia, che si chiamava Sara come la protagonista. Sono felice di aver potuto trovare questi accostamenti e le emozioni che mi suscitano per riuscire a dare il meglio».
Un riferimento alla vita privata anche per Donatella Finocchiaro, interprete di Susanna, madre di Sara: «Il mio personaggio cerca fino all’ultimo di dare coraggio e forza alla figlia, pensando che guarirà; perché in situazioni del genere non puoi arrenderti e tieni viva la speranza, spesso negando la realtà. Ho vissuto questa esperienza con mia madre e, come Susanna con Sara, ho fatto il jolly con lei per dieci anni. Mi piace del personaggio anche il contrasto col marito (Corrado Invernizzi), perché lui non sa come comportarsi, mentre lei dimostra maggior temperamento, come se l’istinto materno la portasse a trovare sempre una soluzione; ma avrà i suoi momenti di crollo emotivo».
Nel cast anche Vincenzo Amato nei panni di Antonio, padre di Lorenzo. Il film è prodotto da Cinemaundici e realizzato da Netlflix in associazione con Mediaset.
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