Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

"Genitori vs Influencer": l'educazione dei figli al tempo dei social. E zio Frassica nel cast

Il professor Paolo (Fabio Volo) "insegue" la figlia tra post e like in un condominio molto speciale

Fabio Volo, Paola Minaccioni, Nino Frassica, Massimiliano Vado e Paola Tiziana

I social network sono roba per mentecatti o uno strumento di evoluzione tramite il quale poter raccontare il proprio mondo? E soprattutto, come devono comportarsi i genitori – i cosiddetti “boomer” (nati fra il 1945/1960) – alle prese con questa generazione Z (i nati dopo il 1995) che fino a pochi anni fa era sdraiata – raccontata divinamente da Michele Serra - mentre oggi aspira a diventare influencer su Instagram e TikTok? Un dilemma centrale nella nuova produzione Sky Original, “Genitori vs Influencer” (prodotto da Isabella Cocuzza e Arturo Paglia) che sbarcherà sul palinsesto il 4 aprile su Sky Cinema e in streaming su NOW.

In un evento stampa condotto dal giornalista Alessio Viola, la regista Michela Andreozzi racconta la storia di Paolo, un padre professore di filosofia in un liceo privato che d’un tratto non riconosce più la sua unica figlia, Simone (Ginevra Francesconi), ossessionata dal mondo dei social e con l’obiettivo di diventare una influencer, emulando il successo e il business di Ele-O-Nora (Giulia De Lellis). Paolo e Simone – si pronuncia alla francese e si presta al malinteso – vivono in un colorito condominio, una sorta di famiglia allargata in cui spicca Zio Delbono (Nino Frassica), un parente acquisito con il gusto per la freddura.

Fra equivoci e malintesi, Andreozzi racconta l’evoluzione di Paolo, «un padre trombone che pur di non perdere il contatto con la figlia, diventerà un anti-influencer». E il mondo dei social diventa assoluto protagonista, dando vita ad una commedia all’italiana per la famiglia con grande attenzione al lessico usato, da «blastare» a «followers», «quasi un prezioso vademecum per genitori novizi», sottolinea Alessio Viola. «Nell’eterna lotta genitori/figli, il mio desiderio era quello di raccontare il rapporto di un padre vedovo alle prese con la sua unica figlia – risponde la regista Michela Andreozzi (“Nove Lune e mezza”, “Brave ragazze”) – negli anni dell’infanzia lui l’ha plasmata, facendole leggere i libri giusti, poi però irrompe la terribile adolescenza. Noi boomer abbiamo avuto il tempo delle mele, con la discoteca e le fughe in motorino, ma oggi la generazione Z ha i social e qui si gioca lo scontro che è di strettissima attualità».

Le riprese romane non sono state semplici per rispettare le norme di sicurezza, «è stata davvero una grande avventura», rivela la regista. Curiosità per il ruolo dello scrittore e speaker radiofonico, Fabio Volo: «Interpretare un professore di filosofia è stata un’esperienza bellissima. Mi è piaciuto questo padre che ad un certo punto, pur di non perdere la figlia, si lancia nei social ma con l’idea di poterne uscire indenne, puro, trasmettendo un messaggio alto, non avvilendosi nell’autopromozione».

In un film che cerca di sfatare facili pregiudizi nei rapporti genitori-figli, Alessio Viola chiama in causa Nino Frassica. che dice: «Il mio rapporto con i social network si è bloccato al tostapane, anzi, bazzico Facebook ma per adesso non taggo nessuno. C’è tempo» e poi ha parole d’elogio per la co-protagonista, la giovane Ginevra (17 anni, già vista in “The Nest”): «È davvero bravissima, vi stupirà». Nella conversazione interviene Giulia De Lellis (autrice nel 2019 del bestseller che balzò in testa alle classifiche polverizzando record, “Le corna stanno bene su tutto” Mondadori) che, in pratica, recitando il ruolo dell’influencer, interpreta se stessa e il suo lavoro: «TikTok è quasi una televisione, alcune mie storie hanno lo share di una trasmissione tv in prima serata».

Acutissima a questo punto l’osservazione di Nino Frassica: «La differenza più forte fra social e tv? I primi sono egoisti, la televisione è corale, bisogna fare gavetta e mostrare talento per trovarsi davanti all’obiettivo, non basta avere un telefono». Segno che questa commedia ha colto un punto centrale delle nostre giornate, soprattutto in epoca pandemica con gli smartphone sempre accesi e il wi-fi come una scialuppa per farsi ascoltare dal mondo, là fuori.

Caricamento commenti

Commenta la notizia