Il palinsesto del martedì sera di Raidue è dedicato tematicamente alla comicità e prevede tre trasmissioni che, in una sorta di escalation, seguono lo schema basico-strutturato-evoluto. Non si capisce se a Raidue hanno studiato la combinazione o è venuta per caso, ma fatto sta che la scansione ha una sua logica, cosa che non sempre riscontriamo in altre reti nelle quali la serata è dedicata all’approfondimento di politica e attualità, con una concentrazione preoccupante di esperti, non esperti, politici, commentatori, virologi e fai da te.
La prima serata di Raidue, prevede “Un'ora sola vi vorrei” con Enrico Brignano, one man show. Già nella passata stagione avevamo sostenuto la poca consistenza dello spettacolo nel quale il comico romano passa velocemente da un argomento all’altro, senza maggior impegno che quello di strappare una risata con una battuta scontata. Insomma, un intrattenimento che fa appello al pubblico più semplice.
In seconda serata si sale di livello con “Fuori tema”, con Ale & Franz, che, da qualche tempo, si sono alternati con Brignano anche nel momento comico di “Che tempo che fa”. Un sodalizio, quello di Ale e Franz, che, pur nella ripetizione di alcuni personaggi e gag, mantiene la sua validità negli anni. Ciò che sempre ci è piaciuto e anche in questa circostanza continua a essere interessante è la capacità di giocare con le parole, col nonsense, ma soprattutto con la complicità che si nota non solo nell’interazione ormai rodata dal tempo, ma anche nella scrittura dei testi e nella ricerca di nuovi territori da esplorare. Una ironia di livello, che se talvolta non sfrutta appieno il potenziale dello studio tv, riesce sempre a divertire con grande sottigliezza senza far ricorso alla battuta di facile approccio. La collocazione oraria, quindi, va di pari passo con il pubblico di riferimento.
Quasi a mezzanotte, infine, ritorna “Una pezza di Lundini”, l’unico che può vantare il nome nel titolo del programma. Valerio Lundini già dalla passata stagione si è fatto notare per il suo spazio surreale e apparentemente evanescente. In realtà, la sua comicità stralunata, votataD a dinamiche non convenzionali, pur nella interpretazione saldamente televisiva di alcuni stereotipi, ne ha fatto un comico di riferimento dei più giovani, che soprattutto sui social ne condividono le esperienze. Sembra un paradosso il fatto che la fascia più giovane sia la più penalizzata dall’orario, ma in realtà si tratta di quel pubblico smart che non ha bisogno della tv per decretare il successo di un personaggio, avendo canali alternativi di comunicazione. Come dire, la tv è roba da diversamente giovani.
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