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"Appunti di un venditore di donne": dalla "Milano da bere" anni 70 alla Milano thriller di Faletti

La pellicola di Resinaro con Michele Placido e Paolo Rossi, in onda su Sky il 25

Uno dei soggetti noir di maggior successo approda al cinema, per raccontare un periodo storico tra i più complessi, attraverso la vicenda di un uomo il cui stato fisico diventa metafora di una generazione travagliata quanto gli eventi che l’attraversano. A undici anni dalla sua pubblicazione “Appunti di un venditore di donne” di Giorgio Faletti (La Nave di Teseo) diventa un film per la regia di Fabio Resinaro – anche autore della sceneggiatura – in prima visione assoluta il 25 giugno su Sky Cinema Uno (ore 21.15), disponibile anche on demand e in streaming su Now Tv. Prodotta da Luca Barbareschi con Eliseo Entertainment e Rai Cinema, la pellicola, come il romanzo, colpisce per la tematica di fondo, come ha sottolineato Barbareschi in apertura della videoconferenza stampa di ieri: «Il libro mi ha colpito profondamente perché contiene un archetipo che è anche un tema enorme di questi anni, quello di Crono. Crono mangia i figli. E la scena più significativa in tal senso nel film è il confronto finale tra il personaggio di Sgueglia e quello di Michele Placido (il senatore Amedeo Sangiorgi). Il tema di Crono appartiene alla mia generazione e a quella successiva.  Abbiamo avuto padri grandi, ingombranti, che hanno fatto la guerra e hanno costruito il Paese; ma molti di loro hanno sacrificato le generazioni a venire e sono stati pessimi padri, pessimi consiglieri ed hanno fiancheggiato il terrorismo per accrescere il potere e la loro posizione in società». Nel libro infatti c’è questo e tanto altro: il rapimento di Aldo Moro, le stragi di Vallanzasca, la nuova criminalità organizzata, in una Milano di luci e ombre di fine anni 70, che fa da sfondo alla vicenda di Bravo (Mario Sgueglia), venditore di donne che si divide tra locali di lusso, discoteche e bische clandestine in compagnia dell’amico Daytona (Paolo Rossi). L’arrivo della giovane Carla (la palermitana Miriam Dalmazio) risveglierà in lui sentimenti sopiti da tempo, fino a quando una serata in una bisca cambierà tutta la sua vita in maniera radicale e drammatica.
Complessa la lavorazione del film dal punto di vista della regia, per la peculiarità delle atmosfere descritte dall’autore. «La sfida è stata quella di ricreare quelle specifiche atmosfere – ha spiegato Resinaro – . Ho fatto la scelta di girare come se fossimo negli anni 70, sapendo che saremmo dovuti intervenire con gli effetti speciali, ma credo che la sensazione di immersione in quegli anni sia totale. Non ci sono dei limiti fisici nell’osservatore che racconta la storia: siamo attaccati a Bravo che attraversa strade e incroci e gira per una Milano che ho ricostruito prendendo molti riferimenti d’epoca, una “Milano da bere”, al neon, anche se le atmosfere sono fondamentalmente tematiche. È un film notturno che parla di criminali, di disobbedienti, ed i nostri eroi sono dei disobbedienti, nonostante il protagonista possa essere considerato in realtà un infiltrato per quello che scopriremo di lui nella storia».
Bravo, infatti, interpretato da Mario Sgueglia, è un uomo che ha fatto della sua ferita (è stato evirato con violenza) una forza. «La vita è un paradosso – ha detto l’attore protagonista – e penso che Bravo applichi una catarsi attraverso quello che lui non può più fare, diventando un veicolo per portare il piacere a degli uomini che, come dice lui, non hanno il coraggio di procurarselo da soli. Penso che il suo piano sia arrivato dopo nella sua mente, non sia nato nel momento in cui lui diventa Bravo, ed è stato un modo per fare della sua debolezza la sua forza». Al contrario di Carla, interpretata da Miriam Dalmazio, che fa della sua forza la sua più grande debolezza, come svela l’attrice: «È un personaggio che agisce su più piani, però viene fregata dallo sguardo. Quello che mi ritrovavo davanti, anche leggendo il libro, era sempre questo sguardo. Lei e Bravo vivono l’imprevisto del loro innamoramento: non fanno sesso, non possono toccarsi, ma in qualche modo si scambiano piacere attraverso lo sguardo. Quindi ho capito che fosse estremamente importante per Faletti la ricerca della verità attraverso gli occhi; e cercando tra i titoli dei suoi romanzi ne ho trovato uno che mi hai colpito, ossia “Niente di vero tranne gli occhi”. Così ho voluto dare questa piccola crepa al personaggio, perché mi è sembrata importante per Faletti, e per me restituirla a lui».
Nel cast del film, girato nel 2019, anche Francesco Montanari e Libero De Rienzo.

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