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"Scene da un matrimonio" su Sky Atlantic, consigli per una corretta (di)visione

La serie, acclamata durante l’ultima mostra del cinema di Venezia, ripercorre i topoi del rapporto amoroso, suddividendoli in tematiche interscambiabili, come amore/odio/fastidio, desiderio/gelosia, e, ancora matrimonio e separazione

Consigli per la visione di “Scene da un matrimonio”, miniserie HBO in 5 puntate in onda su Sky Atlantic. Dovete sposarvi a breve? Non guardatela, perché potreste rischiare di non presentarvi all’altare e, dopo tutte le spese che ha affrontato la vostra famiglia non è il caso. Siete sposati e un po’ in crisi? Non guardatela, soprattutto se pensate di poter ricavare qualche spunto buono per rappacificarvi. Siete stati lasciati dopo una lunga relazione? Guardatela, vi consolerà, così capirete che non tutto il male viene per nuocere. Insomma, queste Scene da un matrimonio 2.0, adattate ai nostri giorni e che Sky ha portato sullo schermo ispirandosi all’omonimo lavoro di Ingmar Bergman, sono tutt’altro che invitanti.

Non è tanto per l’evoluzione del rapporto dei due protagonisti, alla quale ben potrebbe fare da colonna sonora “Quando finisce un amore”, di Riccardo Cocciante, quanto per la concezione di aggrovigliamento sentimentale che i due coniugi sviluppano.

La serie, acclamata durante l’ultima mostra del cinema di Venezia, ripercorre i topoi del rapporto amoroso, suddividendoli in tematiche interscambiabili, come amore/odio/fastidio, desiderio/gelosia, e, ancora matrimonio e separazione. Ma attenzione: Mira (Jessica Chastain) e Jonathan (Oscar Isaac) solo apparentemente sono una coppia come tante altre nella quale la passione si è quietata, probabilmente anche a causa di fattori esterni. In realtà lei è una donna in carriera molto determinata e insoddisfatta del matrimonio, lui un intellettuale pacato ma che tenta di recuperare il rapporto.

Il loro standard socio/culturale, pertanto, non ci pare rappresentativo, ma si concentra in una tensione emotiva dettata dal loro vissuto, nella quale non contano tanto i ruoli, quanto i percorsi umani che li hanno portato ad allontanarsi a poco a poco. I loro problemi apparentemente possono essere comuni a tanti altri coniugi, ma il loro modo di affrontarli, vivisezionando ragione e sentimenti, alla fine è disturbante.

La serie sostanzialmente è una sorta di lunga seduta psicoanalitica che i due affrontano in camera da letto, in una alternanza di emozioni e risentimenti, a volte con illuminanti percezioni del loro rapporto, altre volte con frasi da adolescenti indecisi. Per lo spettatore è quasi come se spiasse la loro intimità, più mentale che fisica, ma è un dettaglio che non conta, perché il pudore dei sentimenti spesso è più forte della pudicizia del corpo. In ogni caso, ben lontano dall’impatto folgorante del lavoro di Bergman, vuoi per la tematica al tempo inedita, vuoi per la capacità analitica del maestro svedese, alle dinamiche psicologiche di Scene da un matrimonio new version non ci sentiamo oggi di riconoscere la stessa originalità e tensione.

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