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"Dinner Club": in viaggio, ma soprattutto a tavola con Carlo Cracco

I viaggiatori-convitati sono sei vip: da Luciana Littizzetto a Fabio De Luigi. Imperdibile la puntata siciliana con Pierfrancesco Favino alla scoperta di sapori e tradizioni

Nel Trapanese. Carlo Cracco e Pierfrancesco Favino

Da diversi anni, il cibo è uno dei grandi protagonisti sul piccolo schermo. Declinato in numerose varianti, dai cooking show sino agli itinerari del gusto, sta prendendo piede una forma metanarrativa che coniuga la scoperta con il piacere, senza necessariamente esondare nella competizione. E così, se “Masterchef” e “4 Ristoranti - Alessandro Borghese” sono i prodotti più attesi prodotto dalla piattaforma Sky, Amazon Prime Video si lancia nella mischia con un prodotto di grande fascino: “Dinner Club”.
L’uomo al centro del progetto è lo chef Carlo Cracco – astro dei cooking show e alfiere dell’editoria culinaria – che dopo essersi allontanato dalle telecamere per aprire una serie di ristoranti gourmet, chiama a raccolta sei amici per un viaggio lungo lo Stivale. E se i sei convitati sono volti noti del mondo dello spettacolo, lo share aumenta. Accanto allo chef stellato vicentino, ecco Luciana Littizzetto, Sabrina Ferilli, Diego Abatantuono, Fabio De Luigi, Pierfrancesco Favino e Valerio Mastandrea.
“Dinner Club” è composto da sei puntate, ciascuna dedicata ad un viaggio compiuto da Cracco in compagnia di uno degli ospiti – dalla Maremma al Cilento, in barca o in bicicletta – sette giorni in una meta regionale, a caccia di sapori e storie, fra incontri e cibi da assaggiare, con un tono sempre lieve. Difatti, ogni puntata ruota attorno al convivio, il momento in cui le pietanze scoperte vengono cucinate per gli altri commensali, fra ricordi, aneddoti e risate.
Fra le sei puntate – ciascuna da circa 40 minuti – vi segnaliamo la più suggestiva, ovvero la tappa siciliana con Carlo Cracco e Pierfrancesco Favino a bordo di una Mehari per visitare Trapani e dintorni. Si parte con “il modo perfetto per condire l’insalata” (con un’emulsione di sale e limone”) proseguendo con l’assaggio del tonno fra le strade del capoluogo – dalla bottarga al lattume – passando per i celebri mandorlati del Monastero delle Benedettine, nel segno della frutta martorana. E poi il Tagano di Aragona, il cibo dei poveri di una volta, «una sorta di antenato della torta salata», secondo Cracco, cucinato con circa 40 uova. E ancora, una tappa dolce obbligata per assaggiare il cannolo di ricotta di Dattilo, «una delizia da 230 grammi» e infine, eccoli a Licata per incontrare lo chef Pino Cuttaia e imparare la preparazione del suo “uovo di seppia”, concludendo il viaggio con il rosolio artigianale della famiglia Doria, fatto con i fichi d’india ovvero “i Bastarduni”. E buon appetito!

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