Lunedì 25 Novembre 2024

Con “La Storia di Maria” un’operazione intelligente e senza retorica

Ci sono storie che entrano nella Storia da una porta laterale, ma che meritano di essere raccontate perché non se ne perda il ricordo e facciano parte della memoria collettiva e fa bene la Rai ad assumersi il compito di farle conoscere al grande pubblico. “La Storia di Maria”, docu-film con il quale Raiuno, nel giorno delle Forze armate, ha pensato di ricordare i cento anni del Milite ignoto, certamente faceva parte della mission istituzionale della Rai, che, però, ha saputo fondere, senza retorica ma anzi con un guizzo innovativo, un bel racconto di vita con una parte della storia d’Italia. Bisogna anche dire che riportare alla memoria la guerra del 15-18 è impresa non facile, sebbene qualche tempo fa “1917”, film di Sam Mendes, abbia rievocato il I conflitto mondiale aprendo una strada alla rivalutazione storica di un’epoca semisconosciuta ai più, ma bene ha fatto la Rai a dipanare il racconto della istituzione del Milite ignoto, mescolando elementi diversi. La vicenda di Maria Bergamas, interpretata da una bravissima Sonia Bergamasco, è quella della madre che, in rappresentanza di altre madri che non avevano potuto dare sepoltura ai loro figli, morti in guerra, scelse fra le undici bare raccolte nella basilica di Aquileia quella che avrebbe dovuto essere traslata a Roma per essere tumulata nell’Altare della Patria. Una scelta commovente e carica di pathos, che la Bergamasco interpreta in maniera asciutta e sobria ma non per questo meno coinvolgente. Accanto a lei, si raccolgono le storie del tenente Augusto Tognasso (Alessio Vassallo) e del ministro Luigi Gasparotto, interpretato da Cesare Bocci, al quale va anche il merito di essere uno degli ispiratori del docufilm. Se la storia di per sé meritava e la sceneggiatura ha saputo valorizzarla, una menzione speciale va alla regia di Francesco Miccichè, che ha bisogno di una breve premessa. In questi ultimi tempi il docufilm ha assunto in tv una posizione di rilievo, ma spesso, nell’ansia di rispettare la realtà, si tradisce l’emozione. La storia di Maria, invece, sa tessere l’emozione con inserti di riprese originali dell’epoca, fra le quali quelle con la sfilata del treno che portò la salma del milite ignoto fino a Roma, di grande valore storico e documentaristico, e osa ancor di più, quando si avvale dell’animazione per rievocare alcuni passaggi più cruenti della guerra. Un’operazione, questa di inserire la grafica animata, sicuramente originale ma che ben si integra con il contesto della storia senza essere disturbante o fastidiosa. Insomma, brava la Rai che ha saputo trasferire una produzione divulgativa in una occasione originale.

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