“Un professore” di filosofia che vuole insegnare la vita, Gassmann e Pandolfi da giovedì su Rai1 - INTERVISTA
Possono i grandi filosofi aiutare a risolvere piccoli e grandi problemi della quotidianità? Una domanda ricorrente ne “Un professore”, nuova fiction di Rai1 in onda da giovedì (ore 21.25, ma i primi due episodi sono in anteprima da oggi su RaiPlay) per la regia di Alessandro D'Alatri, con un affascinante Alessandro Gassmann nel ruolo di Dante Balestra, docente di filosofia piuttosto anticonformista al liceo Leonardo Da Vinci di Roma. Con i suoi metodi eccentrici il prof tenta di convincere gli studenti che Socrate, Nietzsche, Epicuro e altri grandi pensatori non sono capitoli di polverosi manuali, ma compagni di viaggio che possono aiutare a crescere e risolvere problemi di vita fondamentali. Tra i suoi allievi, anche il figlio Simone (Nicolas Maupas), Manuel (Damiano Gavino), studente ripetente che Dante prende sotto la sua ala, figlio di Anita, mamma single, barista e traduttrice, una donna con cui Balestra ha condiviso un periodo difficile del suo passato. Ad interpretarla l'attrice Claudia Pandolfi, alla sua prima collaborazione con D'Alatri. «È una superfemmina, intrigante e molto tosta - ci dice - . Mi piace il suo comportamento da donna libera che si muove a testa alta e non rimpiange nulla così come nulla la abbatte. Nonostante sia sfortunata e non riesca ad arrivare a fine mese, è una persona allegra e coraggiosa. È stato un piacere interpretarla». Che tipo di genitore è Anita? «Ha un figlio adolescente con cui non va tutto liscio, perché un figlio in età critica a volte rende la vita impossibile. Anita e Manuel smettono di parlarsi e viene a mancare quel dialogo fondamentale tra genitore e figlio; ma nonostante ciò lei non si scoraggia e cerca delle vie di confronto alternative». I due protagonisti, Dante e Anita, sono in qualche modo speculari per il vissuto e il rapporto non facile con i rispettivi figli. Ma lei riuscirà a rompere il muro che lui ha alzato sui sentimenti… «Anita ha assistito suo malgrado a un momento difficile della vita di Dante, per cui solo una donna con i codici giusti per tornare a quel passato sarebbe potuta riuscire nell'impresa. Lui si era chiuso in sé, ma Anita, dal momento che è stata complice di quel dolore, può diventare complice di una gioia. Con lei Dante si aprirà molto, a piccoli passi ma lo farà». È una serie che racconta anche il mondo dei ragazzi, oltre al loro rapporto con gli adulti… «Spesso nella serie si vede che il ragazzo è quasi più risolto dell'adulto, perché ha maggiore necessità di sperimentare e sbagliare. L'adulto dovrebbe capire certe dinamiche, ma nella fiction vediamo adulti quasi più incastrati nei problemi rispetto ai ragazzi. Non Anita che è cresciuta velocemente e bene, ma Dante che, pur essendo un grande divulgatore di idee, è un uomo molto ripiegato su se stesso. La spensieratezza dei giovani è un valore fondamentale». È la tua prima collaborazione col regista Alessandro D'Alatri. Come è andata? «È un uomo pieno di entusiasmo e un regista di grande competenza. Aveva tanta voglia di lavorare con me e me l'ha fatto percepire dal primo all'ultimo ciak. È soprattutto un creativo: sceglie tutto in maniera veloce ed efficace, qualità necessaria quando si realizza la lunga serialità, in cui bisogna avere le idee chiare e tante soluzioni a portata di mano per costruire ogni singola scena». Sei madre di due figli, di cui uno adolescente. Ti augureresti un professore come Dante per tuo figlio? «Me lo augurerei per lui e sarebbe piaciuto anche a me avere un docente così, che ti fa appassionare senza che te ne accora, scardinando qualsiasi preconcetto. Fare interessare un ragazzo non credo sia difficile, ma bisogna toccare i tasti giusti e diventare soprattutto un modello, un esempio». Nel cast della serie, prodotta da Rai Fiction e Banijay Studios Italy, anche Christiane Filangieri, Paolo Conticini, Francesca Cavallin e Pia Engleberth (Virginia, madre di Dante).