Lunedì 23 Dicembre 2024

Lo stile e la grazia di Carla Fracci étoile immortale

Alessandra Mastronardi interpreta Carla Fracci

Il New York Times l’aveva definita «prima ballerina assoluta»; per gli italiani è sempre stata «la Fracci», orgoglio nazionale e icona di stile, tanto nel privato quanto nell’arte della danza. La vita straordinaria di Carla Fracci oggi diventa film tv in “Carla” di Emanuele Imbucci, coproduzione Rai Fiction-Anele in onda stasera su Rai1 (ore 21.25) dopo l’anteprima in sala dall’8 al 10 novembre scorso. Scritto dal regista con Fabio Scamoni, Graziano Diana e Chiara Laudani, liberamente ispirato alla biografia “Passo dopo passo – La mia storia” (curata da Enrico Rotelli per Mondadori nel 2013), il film tv vede protagonista Alessandra Mastronardi nei panni della étoile milanese, lungo un percorso che parte nel 1970 – dalla proposta di Rudolf Nureyev (Léo Dussollier) di portare in scena “Lo Schiaccianoci” di Caikovskij alla Scala – e va a ritroso nella storia di Carla bambina (Elisa Proietti) nell’immediato dopoguerra, poi adolescente e giovane donna nella Milano degli anni ‘50-’60. Si narra l’ascesa al successo, ma anche il privato di una donna semplice e tenace, con il dono di una grande passione. Nel cast anche Maria Amelia Monti, Euridice Axen, Lorenzo Lavia, Paola Lavini e Stefano Rossi Giordani (il marito Beppe Menegatti). Una vera sfida il progetto del film, di cui il regista ci ha svelato la genesi: «Con Scamoni, Graziano Diana e Chiara Laudani siamo partiti dal libro di Rotelli, ed ho trovato una donna estremamente determinata, figlia di tranviere; ma anche una bambina sfollata in campagna durante la guerra, che cercava nella natura i primi segnali di una grazia che le restituisse una serenità perduta. La ricerca continua di quella grazia, assieme ad una naturale aspirazione al bello hanno rappresentato infatti le basi del suo successo». Fondamentale la consulenza della Fracci e del marito Beppe Menegatti. Cosa puoi dirci a proposito? «Dopo i primi contatti su Skype siamo andati a Milano col primo materiale del film, con fotografie dei balletti, costumi e bozzetti dello scenografo inerenti “Lo spettro della rosa”, suo balletto di debutto. Ho visto negli occhi di Carla e Beppe l’amore per tutto ciò che avevano fatto ed ho intuito che avrei dovuto mettere nel film lo stesso impegno profuso da loro in una vita. La signora Fracci è anche venuta a trovarci alla Scala mentre giravamo il balletto finale, dando correzioni alla controfigura di Alessandra, Susanna Salvi, étoile dell’Opera di Roma e sua ex allieva, e continui suggerimenti su postura e costumi. È stata una presenza reale e vitale su ogni passaggio del film». E la scelta di Alessandra Mastronardi come protagonista? «Alessandra è stata tra le prime scelte di cast fatte con la signora Fracci. Con acconciatore e truccatore abbiamo fatto in modo che le assomigliasse il più possibile, ed abbiamo avuto l’opportunità di utilizzare i costumi d’epoca. È stata un’interprete favolosa anche dal punto di vista umano: con un semplice sguardo riusciva a comunicare umanità e tenerezza. Ha dovuto imparare le coreografie per i campi più larghi, così come la postura, i movimenti e l’atteggiamento di una vera ballerina ed ha creduto molto nel ruolo di raccontare questa donna, compresa la rigidità nei confronti di se stessa, aspetto su cui abbiamo lavorato molto». “Carla” è il primo film girato negli storici e prestigiosi spazi del Teatro alla Scala, dove la Fracci studiò diventandone prima ballerina nel 1958. Un traguardo coerente con la storia della protagonista… «Alla Scala è permesso solo girare documentari, ma per noi è stata fatta un’eccezione. Poter mettere in scena il film negli spazi dove i fatti sono realmente accaduti è stata un’emozione forte, che ha focalizzato le energie e i sentimenti di attori e troupe. Era il periodo della chiusura dei teatri ed una struttura di legno copriva la platea, per cui è stata un’emozione ancora più forte presentare il film in teatro il 27 ottobre scorso e vederlo completamente pieno dal palco. La Fracci avrebbe gioito nel vedere tutto questo assieme allo spettacolo della sua vita»

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