Certo non è più una novità, ma Lol, su Amazon prime, anche nella seconda stagione, ha un suo perché, che non è solo quello di far divertire Fedez, che ride con sano gusto adolescenziale. Per chi non fosse addentro allo slang giovanile LOL è (anche) acronimo di Laughing Out Loud ovvero «ridendo rumorosamente» ed è questo il tratto distintivo di Frank Matano, che sostituisce Mara Maionchi e affianca Fedez nel compito di visionare i comici che, per sei ore chiusi assieme, cercheranno di trattenere le risate. Ecco, Matano ride, rumorosamente e anche troppo, spesso sovrapponendosi ai concorrenti. Sarà il montaggio, sarà l’atmosfera, ma le risate di Matano ad un certo punto, riescono ad essere dissonanti ed eccessive. Matano è stato promosso da concorrente a co-conduttore, e tale è stato l’anno scorso il successo di Lillo, che necessariamente lo si doveva inserire come outsider ed elemento di disturbo di un cast frammentato e non sempre all’altezza della situazione. Si passa, infatti, da pezzi da 90 tipo Corrado Guzzanti (nella scorsa stagione c’era la sorella), Virginia Raffaele, il mago Forest, Maccio Capatonda, che mettono in scena il loro repertorio e anche la loro capacità di improvvisazione, a figure evanescenti come TessMasazza, coppia non perfettamente centrata dei coniugi Alice Mangione e Gianmarco Pozzoli, l’emergente e volenteroso Max Angioni, Maria di Biase che anche senza Nuzzo fa la sua figura, mentre Diana Del Bufalo sembra interrogarsi sul motivo della sua presenza. Non sappiamo dirvi se il motivo del divertimento dalla parte del telespettatore nasce dalla mimica dei concorrenti nel trattenere il riso o dalla loro capacità comica messa in campo per minare la resistenza degli avversari, fatto sta che le puntate di 30 minuti scorrono velocemente e con una leggerezza assoluta. Lol è un’ottima palestra per comprendere come sia varia, difficile e imprevedibile l’arte della commedia o, ancora meglio, la capacità di far ridere. Infatti, stentano a decollare coloro che hanno basato la loro carriera esclusivamente sui copioni e non riescono a interagire in mancanza di un canovaccio. Quanti sono autori di se stessi e hanno alle spalle una lunga gavetta e la consuetudine a palcoscenici fatta anche di improvvisazioni e intuizioni, invece, riescono non solo ad adattare alla circostanza il loro repertorio cercando di trarre una vis comica diversa, ma soprattutto ad approfittare delle situazioni create da altri per creare, a loro volta, nuovi spunti comici. Negli ultimi anni la comicità televisiva si è un po’ attestata su moduli rigidi e anche la stand up comedy non sembra aver fatto molti passi avanti, ma Lol ci pare il giusto compromesso per recuperare il buonumore.