Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Bridgerton 2, dopo la passione (carnale) va in scena il sentimento

Dalla passione al sentimento, il secondo capitolo della tanto attesa saga dei Bridgerton su Netflix non ci ha fatto pesare l’assenza del Duca di Hastings e delle sue performance a letto, ma si è concentrato sugli amorosi sensi del visconte Anthony (Jonathan Bailey) e sul suo tormento interiore teso ad assicurarsi un matrimonio all’altezza del rango, trascurando le emozioni del cuore.

Otto puntate che abbiamo ingurgitato con avidità e che, pur avendoci affascinato come già la stagione precedente, ci hanno lasciato qualche labilissima perplessità, che ovviamente non scalfisce affatto l’ottima opinione sulla serie. Il segreto del successo di Bridgerton, a nostro avviso, è riposto nel fatto che tratta un mondo obsoleto e un’epoca lontana come una sfolgorante opera pop, riuscendo ad essere una serie antica nella forma ma moderna nella sostanza, perché, ad eccezione dell’ambientazione, i temi sono trattati con apertura contemporanea e un messaggio positivo.

In questa seconda trama sulla composita e improbabile aristocrazia londinese, governata da una parte da una regina annoiata che reca sulla testa una costruzione abusiva e dall’altra dalle cronache pettegole di Lady Whistledown, spicca ancora di più la ricchezza della produzione, ma i temi affrontati sono trattati in maniera non precostituita, come ci si potrebbe aspettare in una storia ambientata quasi due secoli addietro. Al centro c’è, appunto il primogenito Anthony, la cui scelta della moglie viene vissuta come dovere imposto dal ruolo di capofamiglia ma che suo malgrado incespica nell’amore per la sorella della sposa da lui individuata tra le due sorelle (Simone Ashley e Charithra Chandran).

Se la storia fosse stata vera e si fosse svolta ai nostri tempi, Maria De Filippi ci avrebbe fatto una puntata risolutiva di Ultima fermata con rivendicazioni di basso tenore fra le sorelle, lo sposo e le famiglie dei fidanzati, ma poiché siamo a Londra abbiamo dovuto aspettare quattro balli, sei cene in famiglia, un matrimonio mancato e 7 puntate da 58 minuti esclusa la sigla prima che i due innamorati riconoscessero la forza dei loro sentimenti e si baciassero.

Certo, ci sarebbe piaciuto che le numerose e ghiotte storie di contorno, come quella di Eloise che cerca un’affermazione femminista e resta affascinata dal giovane garzone del tipografo avessero più spazio, o che trovasse maggior considerazione la personalità e la forza dell’infelice Penelope, ma ci rendiamo conto che si tratta di dettagli che prima o poi verranno svelati. Ma, visto che i libri di Julia Quinn dai cui è tratta la serie sono 9, i fratelli Bridgerton sono 8 e chissà quanti nipoti faranno, abbiamo almeno 15 anni di puntate...

Caricamento commenti

Commenta la notizia