«Non mi sono mai arreso!» afferma Manuel Bortuzzo, promessa del paralimpico di cui “Rinascere”, in onda l’8 maggio in prima serata su Rai1, ripercorre la storia, tra passione per lo sport e vita privata. Prodotto da Rai Fiction e Moviheart, con la regia di Umberto Marino (“Luisa Spagnoli”, “Piaggio”), il film tv porta sul piccolo schermo la vicenda del giovane nuotatore trevigiano che nella notte tra il 2 e il 3 febbraio 2019 a Roma, dove si era trasferito per coronare il suo sogno di atleta, venne ferito con due colpi d’arma da fuoco per uno scambio di persona.
Basato sul libro omonimo dello stesso Bortuzzo, edito da Rizzoli e adattato dal regista con Michela Straniero, il film ne racconta il ritorno alla vita e al nuoto, animato dalla sua grande passione e dall’obiettivo di poter gareggiare alle Paralimpiadi. Ieri la conferenza stampa di presentazione, cui ha partecipato lo stesso protagonista, nel giorno del suo ventitreesimo compleanno. «Vedere il film è stata un’emozione indescrivibile – ha detto – perché fino a metà non credevo di essere io quello della storia; ma quando l’ho realizzato mi sono reso conto di quanto fosse fedele a ciò che mi è accaduto. Lo dovrò guardare ancora cento volte per realizzare che esiste».
Nei panni di Manuel, diventato con la sua storia esempio di forza e rinascita per tanti giovani, l’attore Giancarlo Commare, siciliano di Castelvetrano (Trapani), affiancato da Alessio Boni, che interpreta il padre Franco, grande sostegno del giovane atleta assieme alla fidanzata Martina (Gea Dall’Orto) e ad Alfonso (Salvatore Nicolella), paziente napoletano dell’ospedale romano Santa Lucia, dove Bortuzzo ha fatto la sua riabilitazione.
«Il nostro obiettivo principale era essere fedeli a quanto è accaduto – ha detto il regista – e laddove ce ne siamo distaccati per necessità di sintesi e di drammaturgia, abbiamo chiesto a Manuel e al padre il permesso di farlo». Asciutto lo stile narrativo per volontà dello stesso Marino: «Una storia di questo tipo si presta ad esiti lacrimevoli, perché da una parte si deve ottenere la commozione del pubblico, e dall’altra evitare quel sentimentalismo in cui spesso la tv indulge. Gli attori mi hanno seguito in questo intento così come nella moderata stilizzazione veneta che abbiamo cercato di realizzare».
Impossibilitato a confrontarsi col giovane protagonista, impegnato nella partecipazione al “GF Vip”, Commare si è preparato fisicamente e psicologicamente al ruolo con Kevin, fratello dell’atleta (sua controfigura nelle scene in vasca), e attraverso la lettura del libro. «Ho visto diverse interviste a Manuel per coglierne l’essenza anche nella gestualità, nei modi di agire e reagire alle cose – ha raccontato – ma il libro mi ha permesso di conoscere più a fondo ciò che lui stava vivendo soprattutto quando si ritrova da solo, lontano da occhi indiscreti».
Un viaggio nell’intimità, quindi, per raccontare di Manuel ciò che tv e giornali non hanno mandato della triste vicenda: la sofferenza, lo sconforto e la rabbia, dopo quella notte drammatica. Ma soprattutto la determinazione e la forza per «rinascere», più forte di prima, determinato nel perseguire il sogno delle Paralimpiadi. Un diretto confronto con il suo personaggio invece per Alessio Boni, nel ruolo di Franco Bortuzzo, padre di Manuel, di cui ha ricordato la grande dignità: «Franco ha pianto tre volte e non si è mai fatto vedere. Quando l’ho conosciuto mi ha accolto col sorriso, perché ciò che vince in quella famiglia esemplare è il sorriso, la vita».
Significativo anche il personaggio di Davide, il medico che ha seguito la riabilitazione di Manuel, interpretato dall’attore catanese David Coco. «Davide è diventato traumatologo perché ha subito un incidente grave, che lo ha lasciato claudicante – ci svela Coco – . Quindi in termini di pura emotività è molto vicino al dramma di Manuel, prova per lui una particolare empatia, e gli dà la speranza che la vita possa andare avanti. Gli dice: “ero più o meno nelle tue condizioni e in qualche modo sono riuscito a rimettermi in piedi”».
Nel cast anche Giorgio Gobbi, Francesca Beggio e Pietro Giannini.
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