Diteci, per favore, dove si può firmare per avere la certezza di arrivare all’età di Mara Maionchi, Orietta Berti e Sandra Milo con la stessa freschezza, ma soprattutto con la identica curiosità e voglia di divertirsi, perché ci andiamo di corsa. Le tre sono “Quelle brave ragazze” che hanno affrontato un viaggio insieme in Spagna, a bordo di un improbabile van leopardato in fucsia e nero, dando vita su Sky ad un docu-reality che, al di là della esperienza televisiva, è la dimostrazione che l’età avanzata è un’astrazione e non una castrazione.
Il programma nasce da una idea della Maionchi, che ancora una volta dimostra di essere molto più avanti di tanti altri personaggi dello spettacolo che hanno iniziato anni dopo di lei la carriera televisiva e, con la sua ironia e la visione caustica delle cose del mondo, rappresenta certamente il motore del viaggio. La Milo, invece, è l’eterna fanciulla romantica, ma la Berti è un’ennesima rivelazione, per il suo umorismo e la capacità di essere contemporanea anche nelle scelte musicali che negli ultimi anni l’hanno portata a scalare le classifiche assieme con Fedez e Achille Lauro.
Mara Maionchi, Orietta Berti e Sandra Milo non hanno timore di svelarsi al pubblico nella diversità dei loro caratteri, coinvolte in avventure scombinate che ne mettono alla prova più il sistema nervoso che il fisico e danno il meglio quando in vestaglia a colazione conversano a ruota libera e si scambiano esperienze, ricordi, modi di pensare e di intendere la vita. Guai, quindi, a chiamarle anziane, casomai vintage, al massimo diversamente giovani.
L’età fa cadere molti freni inibitori, se aggiungiamo anche che, con gli anni, non è necessaria l’esibizione del talento per dimostrare il proprio valore e che nessuno avrà il coraggio di redarguire una “anziana” signora politicamente scorretta, si capisce il successo che riscuote la genuinità delle tre, assieme alle quali ben avrebbe trovato posto anche Ornella Vanoni, le cui ultime apparizioni televisive hanno dimostrato la verve e l’assoluta insofferenza alle formalità.
Al di là della piacevolezza del programma, c’è comunque da riflettere sull’abitudine di “accantonare” o non prestare attenzione alle persone avanti con l’età, col presupposto che non siano al passo con i tempi, senza pensare che l’esperienza accumulata è un valore aggiunto che si sovrappone alla presunta modernità. Per cui, se proprio dobbiamo dirla tutta, le tre saranno anche brave, ma diteci anche dove si firma per arrivare all’età e con la lucidità di Queen Elizabeth, che, a questo punto, è un mito.
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