Adesso che anche gli artisti di strada hanno trovato il loro spazio su Raidue, è possibile che i prossimi casting siano condominiali per lanciare quei due o tre programmi per personaggi sconosciuti che ancora mancano all’appello, tipo «Quartiere’sgot talent» o «Amici del palazzo di fronte». Proveremo ad essere clementi con “Dalla strada al palco” su Raidue il martedì in prima serata, quantomeno perché si tratta di una produzione estiva che fa capire che la Rai non ci abbandona con la calura e dobbiamo riconoscere che l’idea (di Carlo Conti) è indovinata, anche se non originale. Fu infatti, Renzo Arbore, a notare il duo Otto e Barnelli e a inserirlo nel cast fisso de “L’altra domenica”, così onorando i tanti artisti sconosciuti che improvvisano spettacoli nelle piazze delle città. Ed è buona anche l’idea di affidare alla valutazione del pubblico le esibizioni dei concorrenti, senza snaturare più di tanto il significato dell’artista di strada che, appunto, misura la sua bravura con la capacità di catturare l’attenzione dei passanti. Il format del programma è ovviamente prevedibile, noioso e schematico come quelli soliti di Conti, tipo «The Band», giusto per citare l’ultimo, con la presentazione dei concorrenti, le clip girate nei luoghi in cui svolgono la loro attività, una breve intervista per scoprire il personaggio e l’esibizione con la votazione, che può ribaltare di volta in volta la classifica. Il fatto che non ci sia la giuria dei soliti noti, impiegati così nelle trasmissioni televisive laddove non avrebbero altrimenti modo di comparire, non deve trarre in inganno, visto che il ripescaggio è affidato agli ospiti, che per la prima puntata erano Francesco Paolantoni e Biagio Izzo, due che vediamo talmente spesso nei programmi di Raidue, che, più che essere ospiti, è probabile siano impiegati a tempo indeterminato. Nek, già in passato alla conduzione di manifestazioni per lo più musicali, ha una fastidiosa cadenza che non fa nulla per minimizzare, svolge il ruolo di presentatore dignitosamente, senza calcare troppo la mano sulle storie curiose dei concorrenti, che, invece, meriterebbero un focus più centrato per le scelte di vita e la loro intraprendenza. Non si vince niente, né crediamo ci siano discografici o impresari pronti a ad aspettare il fenomeno del momento al quale rivoltare la vita, e questo, almeno, depone per genuinità dello spettacolo, perché, diciamoci la verità, è divertente passare dalla strada al palco, ma molto spesso i talent creano aspettative sbagliate che, alla fine, portano solo dal palco alla strada.