Confessiamo di affidarci ai fatti per cercare di comprendere alcune dinamiche televisive senza ricorrere a troppa dietrologia e i fatti riguardano Marco Damilano, noto ai telespettatori di “Propaganda live” made in La7, per i suoi interminabili spiegoni politici esposti con toni mesti e metrica cantilenante, che, qualche volta, ci hanno provocato sonnolenza.
Marco Damilano era però, anche direttore dell’Espresso, già glorioso settimanale di politica e opinioni, diciamo era, perché, nel marzo di quest’anno, ha rassegnato le dimissioni non condividendo le scelte dell’editore. Ma poteva un giornalista di razza, ospite fisso in periodi elettorali, conoscitore delle sfumature di ogni partito e parlamentare, rimanere disoccupato? Domanda retorica della quale si conosce la risposta: certo-che-no e infatti, se a La7 troppe sarebbero state le primedonne dei talk di opinione, su Raitre c’è sempre spazio.
Vero è che la conduzione di un programma politico deve garantire una certa percentuale di equidistanza per non essere tacciata di faziosità, ma vero è anche che un opinionista sa come orientare argomenti e ospiti, quindi, questo sarà il banco di prova di Damilano.
Così, da lunedì è iniziata la striscia quotidiana su “la politica, i poteri, le persone” il cui titolo “Il cavallo e la torre”, mutuato dalla autobiografia di Vittorio Foa, rappresenta un riferimento culturale e storico di spessore che, tuttavia, è destinato a infrangersi nella semplificazione dello spazio televisivo.
Il pregio e il difetto del programma è nella durata contenuta in dieci minuti, che non offre spazio laddove la tematica meritasse approfondimento, ma rappresenta una barriera di contenimento per lo “spiegone di Damilano” che, crediamo, sia coperto da copyright, come la “Maratona Mentana”.
Per adesso, Damilano ha iniziato con argomenti di sponda, la chiacchierata con Franco Gabrielli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla Sicurezza della Repubblica, si è focalizzata sull’ingerenza russa nelle politiche internazionali e la manipolazione dell’informazione, ma, con la campagna elettorale di giorno in giorno più combattuta, non mancheranno temi più centrati, ai quali seguirà l’analisi del voto, la tenuta delle alleanze, la formazione del nuovo governo ecc. ecc.. Insomma tutti argomenti che saranno dibattuti millemila volte nei prossimi talk e che ci lasciano molto perplessi sulla effettiva necessità di questo ennesimo programma dello stesso taglio.
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