Dare il “Lei” ai suoi intervistati è il segno di distinzione di Francesca Fagnani, tornata su Raidue con le sue “Belve”. Il “Lei” con il quale la Fagnani si rivolge ai suoi interlocutori – incurante dell’eventuale “Tu” con il quale alcuni le rispondono – precisa il distacco dell’intervistatrice dall’intervistato, ma più che altro a noi pare un espediente utile per indicare al telespettatore che la chiacchierata si svolgerà senza compromessi e che la giornalista non si farà condizionare da quella presunta amichevolezza che spesso in tv nasconde ipocrisia di sentimenti. Quella di non essere condiscendente con l’intervistato, in realtà, dovrebbe essere la regola principale di ogni giornalista, ma troppo spesso in tv si assiste a colloqui orientati secondo le esigenze dell’intervistato, o tagliate su base promozionale con un conseguente scadimento del genere “intervista”. Ed è proprio questo il punto di forza della Fagnani, che non accetta imposizioni o predisposizioni sulle domande che andrà a porre e che, nel condurre il colloquio, si basa su un’ampia documentazione del passato del suo ospite che le consente di modulare la conversazione e lo spettro delle domande anche insinuandosi nelle pieghe delle rivelazioni o facendo leva sullo spazio che l’interlocutore le concede. “Belve” è da molti indicato come il migliore programma di interviste televisive, per l’abilità con la quale la giornalista riesce a mettere a nudo il suo ospite incalzandolo con domande precise e scomode, che portano a rivelazioni spesso inedite. Il tono sempre ironico della giornalista, la sua apparente empatia / simpatia con l’ospite e l’abilità nell’incalzarlo, con il gusto per l’insinuazione, creano inevitabilmente una “crepa” nel sistema difensivo dell’interlocutore, che così viene inconsapevolmente condotto proprio dove la Fagnani desiderava, più o meno come accade nella scherma, quando si aspetta che l’avversario si scopra per tirare la stoccata decisiva. Tuttavia, seguendo l’ampia gamma dei protagonisti dell’edizione in corso di Belve, fra i quali Michele Bravi, Eva Robin’s, Wanna Marchi, Nina Moric, ci è parso di notare come alla fine il punto centrale dell’intervista, la rivelazione alla quale la Fagnani mira, è più o meno legata al gossip, all’inedito aspetto del personaggio, magari al risvolto un po’ pruriginoso, come nel caso, appunto, di Bravi o della Robin’s, o a un passato critico, come per la Marchi e la Moric, cioè sostanzialmente fatti conosciuti o di importanza relativa. Insomma, sicuramente la Fagnani è una brava schermitrice, ma di fioretto, non certo di sciabola.