Un uomo leale, trasparente, rispettoso verso il prossimo, chiunque fosse, e un uomo di pace: «I ragazzi del Nucleo Antiterrorismo per lui erano come figli, come lo era il brigatista Patrizio Peci, che solo a mio padre riusciva a spiegare i motivi che lo portarono alla lotta armata». Così una commossa Rita Dalla Chiesa ricorda il padre Carlo Alberto alla conferenza stampa de «Il nostro Generale», quattro prime serate per Rai1 in onda dal 9 e 10 gennaio con la regia di Lucio Pellegrini e Andrea Jublin. Una testimonianza diretta che, assieme ai faldoni spulciati dagli sceneggiatori Monica Zapelli e Peppe Fiore, è alla base del racconto di un’epoca di terrore, ma anche di sentimenti, passioni, fedeltà allo Stato.
Protagonisti, assieme a Dalla Chiesa, i giovanissimi del gruppo di carabinieri sotto copertura, provenienti da tutta Italia e addestrati con metodi investigativi innovativi per l’epoca. Alla guida il Generale per antonomasia, che la divisa la portava sempre, in circostanze pubbliche e private, testimoniando come la sua missione fosse un tutt’uno con la vita intima. Eppure era «un uomo di pace».
Nella fiction quella divisa è indossata da Sergio Castellitto che, dopo aver interpretato tanti eroi del nostro tempo – Don Milani, Rocco Chinnici, Padre Pio – non nasconde la profonda gratitudine per il ruolo: «C’è stato un faro intimo straordinario nell’interpretare il personaggio. La sua figura non si studia sui libri a scuola, forse si accenna: la storia, la memoria va alimentata. Attraversò la guerra, la resistenza, gli Anni di Piombo e la Mafia. Era sempre in divisa e pensare che, in tutto questo, lui era un uomo di pace. Quando fu ucciso Dalla Chiesa ero un ragazzo di 30 anni che frequentava l’accademia d’arte drammatica e a fronte di altri giovani che si sono persi dentro i rivoli della terribile ideologia del terrorismo, io e i miei compagni siamo stati salvati da Checov e Shakespeare; siamo riusciti a capire qualcosa della nostra esistenza attraverso altre cose».
A 40 anni dalla strage di Via Carini dove il Generale perse la vita, la serie, girata nei luoghi reali delle vicende (come la Caserma Pietro Miccia di Torino) racconta la lotta del Nucleo Speciale Antiterrorismo alle Brigate Rosse, con la voce fuori campo del personaggio di Nicola, carabiniere pugliese interpretato da Antonio Folletto.
Realizzata con la consulenza del giornalista Giovanni Bianconi e il coinvolgimento della famiglia (i figli Rita e Nando, collegato da remoto, presenti in conferenza stampa), degli ex membri del Nucleo e dei magistrati impegnati nelle indagini dell’epoca, «Il nostro Generale» restituisce le emozioni autentiche della vita dei protagonisti: «Oltre alla narrazione di una vicenda mai raccontata in maniera lineare, l’elemento interessante del progetto è stato quello di ripercorrere dieci anni di una guerra civile, restituendo la sensazione di tensione e paura dell’epoca – ha aggiunto il regista Lucio Pellegrini – . Lavorando con Rita e gli ex ragazzi del Nucleo, ho percepito una fortissima umanità e ho provato a dare tanto calore alle scene familiari, ricreando un’atmosfera di normalità in un contesto di guerra».
Un progetto di valore anche in virtù del fatto che, come ha ribadito Castellitto, «il processo di storicizzazione di questi grandi uomini come Dalla Chiesa è impossibile, e non si riescono ad archiviare fatti così significativi attraverso un’analisi distaccata, perché la carne è ancora viva». Nel cast anche Teresa Saponangelo nei panni della prima moglie Dora Fabbo e, in quelli dei figli, Cecilia Bertozzi (Simona), Camilla Semino Favro (Rita) e Luigi Imola (Nando). Fra i collaboratori stretti di Dalla Chiesa anche l’esperto in terrorismo Umberto Bonaventura, interpretato dal reggino Alessio Praticò.
Forte presenza siciliana nella serie, con le riprese palermitane alla Prefettura e nell’ufficio di Dalla Chiesa, nella sua abitazione e nei pressi di via Carini. Nel cast il bagherese Orio Scaduto (il Maresciallo Garofalo), il mazarese Rosario Lisma (Felice Maritano) e, in due partecipazioni speciali, il messinese Ninni Bruschetta (Tommaso Buscetta) e il palermitano Enrico Lo Verso (Pio La Torre). Le musiche sono firmate dal compositore liparese Carmelo Travia con Giuliano Taviani. “Il nostro Generale” è prodotta da Rai Fiction e Stand by Me con la collaborazione del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e il sostegno di Mic e Film Commission Torino Piemonte.
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