La Rai che critica la Rai è certamente un fatto che merita rilievo, anche perché non si tratta propriamente di autocritica ma, per quanto visto sabato a Tv Talk, l’ottimo programma di analisi televisiva di Raitre, su Boomerissima, la nuova trasmissione condotta da Alessia Marcuzzi su Raidue, c’è stata una inattesa valanga di dure opinioni che hanno lasciato il conduttore Massimo Bernardini quantomeno interdetto. L’intervento di Riccardo Bocca, che pochi margini ha lasciato per una difesa d’ufficio, non può che far apprezzare la mancanza di autocensure e la libertà della quale godono gli ospiti di Bernardini, rimasto imbarazzato dalla stroncatura senza preavviso. In effetti non possiamo che dare ragione a quanti ci hanno preceduto criticando negativamente Boomerissima, programma apparentemente intergenerazionale, con il quale la Marcuzzi pensava di aver svoltato la carriera di conduttrice di talent per approdare a quella di conduttrice show – girl. Ma se, sinteticamente, Aldo Grasso ne fa anche un problema di identità della rete e Riccardo Bocca di accozzaglia di generi, non possiamo non notare l’inadeguatezza della Marcuzzi e la riproposizione di moduli già visti e sorpassati. Che Alessia Marcuzzi sbarchi in Rai perché non trova una collocazione ideale a Mediaset può rientrare nella logica dell’economia di mercato televisivo, ma il personaggio non è né nuovo né, tantomeno, porta una carica diversa da quella conosciuta in precedenza. L’entusiasmo della Marcuzzi suona come finto giovanile, eccessivo anche nel suo proporsi con gli ospiti. Appunto, gli ospiti, alcuni rimasti muti, ma anche lì, non si può invitare Tamberi perché rientra nella fascia d’età e popolarità prevista, quando si capisce che, per i millennial il punto di riferimento è il noto Tommaso Zorzi. Ancora, Raidue vorrebbe promuoversi come rete per i giovani, ma non può affidarsi all’ennesima contrapposizione fra i boomer e i millennial, già abbondantemente criticata nella trasmissione pomeridiana Bellama’ condotta da Pierluigi Diaco. E poi, anche basta con quest’antitesi che fa l’occhiolino ai boomer rassicurandoli sulla loro età d’oro, ma non vuole far dispiacere la generazione di ventenni che hanno improntato la loro esistenza su parametri di conoscenza e comunicazione che non esistevano quando gli odierni sessantenni avevano vent’anni. Boomerissima si alterna fra giochi da villaggio vacanze un po’ Furore un po’ karaoke e interviste apparentemente serie, ma in realtà non ha una propria spina dorsale, o meglio, per far passare la contrapposizione, non trova niente di meglio che affidarsi a idee superate, senza interpretare i tratti caratteristici di una o dell’altra generazione.