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Rosa Balistreri “cuntata e cantata” nei suoi luoghi. L'idea di Mario Incudine

Dove può nascere, l’idea di uno speciale della Rai dedicato a Rosa Balistreri, se non sotto un carrubo? Proprio lì è nato il programma che oggi, e domani, la Rai dedicherà alla straordinaria artista siciliana: nella puntata de “Il Provinciale” (un programma di Giuseppe Bosin, Andrea Caterini, Francesco Lucibello, Domenico Nucera e Federico Quaranta, con la regia di Giuseppe Govino), oggi su RaiUno alle 11.25 e domani alle 14 su RaiDue, Federico Quaranta andrà in giro per i luoghi di Rosa.

L’idea era nata da una conversazione con un altro grande artista siciliano, balistreriano assai, Mario Incudine. Che ci racconta: «Eravamo lì con Federico e ci siamo messi a parlare di Rosa. Io dissi: sarebbe bella una puntata dedicata a lei. Federico, professionista raro, di grande sensibilità, ha preso la palla al balzo: lui è innamorato di Rosa Balistreri».

E la figura, tormentata e splendente, di Rosa Balistreri, sarà raccontata attraverso i suoi luoghi, che sono tanti, dalle pietre metafisiche del Teatro Andromeda di Santo Stefano Quisquina al quartiere arabo di Sutera, al Castello Manfredonico di Mussomeli, alle Miniere di Cozzo Disi a Casteltermini. C’è tutto il mondo, potente e drammatico, di Rosa, delle sue canzoni, la forza della sua musica, che mai può essere distinta dalla sua vita, come se tutte le tragedie e i tradimenti e le disillusioni tornassero, potenti, a nutrire la sua arte, a dare corpo alla sua specialissima voce.

«Sarebbe bellissimo – dice Mario Incudine, in una delle rare pause del suo inarrestabile andirivieni di artista inquieto che porta, cerca, incontra la musica e la bellezza dovunque può – che quanta più gente possibile vedesse questo speciale: Federico ha scritto una puntata senza nessuna retorica, partendo dai luoghi delle canzoni di Rosa. Ne viene fuori una figura magnifica, di una grande intellettuale, che aveva rapporti con Dario Fo, con Amalia Rodriguez, con tutto il mondo culturale, che ha rivoluzionato il canto popolare. Raccontarla attraverso i luoghi e le suggestioni della sua terra è una scelta formidabile».

Ci sarà anche lui, ovviamente, con altri artisti siciliani: la cantante Rita Botto, il cantastorie Salvo Piparo, il leader dei Tinturia Lello Analfino. Mia Canestrini, poi, racconterà l’area naturalistica lungo la Foce del fiume Platani fino al Teatro di Eraclea Minoa, lungo la costa sud ovest, nell’Agrigentino: altri luoghi di Rosa.
Ci sarà tutto, la dolcezza e la forza, i ritorni e gli abbandoni, l’amore e la tragedia. Come diceva di lei il poeta Ignazio Buttitta, uno dei suoi estimatori, come Renato Guttuso: «Rosa è un dramma, un romanzo, un film senza autore» (e proprio «Rosa Balistreri, un film senza autore», docufilm di Marta La Licata con la regia di Fedora Sasso, prodotto da Rai Storia, si trova su RaiPlay).

La cosa assai particolare di questo “viaggio” attorno a Rosa Balistreri è proprio il rapporto coi luoghi, col loro “daimon”: lo stesso dello spettacolo «Sicilia, la musica della Madre Terra», in scena ieri e stasera al Teatro Bellini di Catania con Mario Incudine, Alfio Antico, Cesare Basile, Eleonora Bordonaro, Rita Botto, I Lautari, Mario Venuti (direttore e arrangiatore Luciano Maria Serra, con l’Orchestra dell’ente lirico etneo).

E dopo il Bellini, e la Madre Terra? «Un altro progetto enorme e magnifico – a Incudine brillano gli occhi – , un’Opera scritta per l’Orchestra della Magna Grecia sulla vita di Cristo in occasione degli 800 anni dal primo presepe. Un’opera magna, scritta in stato di grazia».
Il daimon non mente mai.

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