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"Benedetta primavera"? Ma piuttosto... benedetta naftalina!

«C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d'antico: io vivo altrove, e sento che sono intorno nate le viole». La prima strofa de l’Aquilone di Giovanni Pascoli a nostro avviso rende perfettamente l’idea del nuovo spettacolo di Loretta Goggi da venerdì su Raiuno. L’effetto “Freccia Nera”, infatti, era quello che temevamo di più e “Benedetta Primavera” lo ha affrontato impavidamente, purtroppo centrandolo in pieno, con buona pace di coloro che speravano che la Goggi proponesse qualcosa di diverso dall’autocelebrazione.

Loretta Goggi è certamente un’artista completa, che nella lunga carriera televisiva ha saputo intrattenere il pubblico in vari campi dello spettacolo, recitazione, imitazioni, ballo, conduzione, canzone, ma diciamoci la verità, due sono le cose alle quali la accoppiamo di default, appunto «La freccia nera» e «Maledetta primavera» e questa è, alla fine, la sua gloria e il suo limite che ha portato in scena con lo spettacolo di Raiuno.

A dispetto di coloro che speravano in uno show in cui i ricordi venivano rivisitati (termine abusato ma sempre esplicativo) in modo contemporaneo, in realtà “Benedetta Primavera” si è rivelato il solito programma di antiquariato in collaborazione con le teche Rai, certamente elegante, adatto al pubblico nostalgico, ma visto, rivisto e poco attraente. Una scansione dei tempi lenta e, soprattutto, il solito noioso rimando fra interviste con i soliti noti e spezzoni di vecchie trasmissioni.

Ecco, appunto, il format nel format. Il momento salotto, con l’ospite di turno da incensare, con il quale si scambiano quattro inutili chiacchiere, possibilmente si evocano i bei tempi andati, è un modulo talmente facile e comodo per riempire almeno 15 minuti di tempo senza alcuno sforzo e talmente utilizzato da risultare, più che noioso, odioso e purtroppo la Goggi ne fa un uso eccessivo. Per il resto, canzoni a segnare l’intervallo musicale e la presenza tristemente annacquata di Luca e Paolo, che cercavano di portare spiccioli di intrattenimento leggero e comico, senza riuscire a diventare il collante smart della puntata.

Non possiamo dire che “Benedetta Primavera” sia fatto male, ma la confezione regalo non è da sola sufficiente a realizzare uno spettacolo memorabile nonostante gli inserti di ospiti quantomai amati dal pubblico come Marco Giallini e Claudio Amendola. Ora comprendiamo perfettamente che la Goggi avesse il desiderio di non essere ricordata dalle ultime generazioni solo nel ruolo pensionistico di giurata d’eccellenza, ma il suo ritorno come primadonna tv, più che di viole primaverili profuma di naftalina.

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