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“La tv dei 100 e uno”: ma il caustico Piero Chiambretti dov'è andato a finire?

Da un po’ non si vedevano i bambini in tv, ma era una pia illusione quella di aver superato l’occupazione televisiva infantile, perché dopo “The voice kids”, appendice junior dei nonni senior, su Canale 5 da mercoledì Piero Chiambretti, in prima serata, sta in mezzo a ben 100 ragazzini, chiamati a fare gli opinionisti e a dare spettacolo ne “La tv dei 100 e uno”.

Due considerazioni sono innanzitutto necessarie, la prima è sul coraggio di Chiambretti che si trova a gestire 100 deliziosi “mostri” che vanno dai 6 agli 11 anni, esperienza che metterebbe a dura prova anche Mary Poppins e merita l’invocazione della signorina Rottermeier, la seconda è che il programma, finito dopo mezzanotte, vista la presenza di minori, è necessariamente preconfezionato. La registrazione può essere un limite alla presunta spontaneità dei ragazzini, ma è funzionale se deve essere esaudito il desiderio di un piccolo partecipante di incontrare Sferaebasta.

“La Tv dei cento e uno” si muove su due direttrici: una dedicata ai giovani talenti in vari campi, nella quale c’è il violinista, gli scacchisti, le cantanti, i ballerini, tutti chiamati ad esibirsi con una certa spontaneità in un clima, per fortuna, non competitivo. L’altra parte invece è riservata alle opinioni espresse dai ragazzini su temi di varia banalità. Nello studio trionfa una colorata confusione, con dinosauri che passeggiano, ospiti random che hanno appeal presso i ragazzi, filmati in stile fumetto esplicativi degli argomenti sui quali sono chiamati poi a dibattere alcuni dei cento.

Dopo tanti – spesso inutili – opinionisti, sinceramente non era necessario chiamare in causa anche i bambini, spesso portatori sani di suggestioni non originali, sicuramente attenti osservatori della realtà che li circonda. Vi chiederete dov’è la novità, visto che ambedue le parti dello spettacolo sono sostanzialmente già viste e che un varietà a misura di bambino, alla lunga, può rappresentare un intrattenimento un po’ stucchevole. Noi, invece, ci chiediamo dove sia Chiambretti, dove sia finita la sua perfida intuizione, dove si è nascosta la sua vena autoriale e la sua vivace “scorrettezza” per la quale negli anni passati era, se non temuto, sicuramente ammirato.

Abbiamo il sospetto che l’impegno del conduttore sia dettato da un ordine di scuderia, a meno che Piero Chiambretti con “La Tv dei cento e uno” non voglia vivere di rendita sui successi del passato, vivacchiando in un terreno solo apparentemente comodo e non accidentato. Se, infatti, i temi trattati, dovessero passare, da quelli più o meno scontati della prima puntata, ad argomenti più ambigui e borderline, non c’è dubbio che, con i bambini in mezzo, le polemiche saranno dietro l’angolo.

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