Ci è voluta una settimana per digerire l’incoronazione di Carlo III. Una cerimonia storica, ma inevitabilmente calata nella realtà del XXI secolo. Se poi si considerano i retroscena familiari di fratelli litigati, parenti imbarazzanti, tradimenti precedenti, invitati addobbati da matrimonio si capisce che, alla fin fine, la regalità dei Windsor si è dovuta “abbassare” agli eventi di ordinary people, e con loro Maria De Filippi ci avrebbe potuto fare 438 puntate di C’è posta per te, che The Crown a confronto, è una telenovela. Allora, quella di Carlo è stata una intronazione vera e propria, nel senso che ci è sembrato veramente intronato, confuso e felice, come uno che dopo 40 anni di precariato riesce ad essere stabilizzato prima di andare in pensione. Così si è sottoposto al rito millenario, che prevede l’estrazione della spada dalla roccia, l’unzione in mutande da dietro un paravento, il bacio a William, diventato ora principe ereditario, per la prosecuzione della catena di Sant’Antonio della successione regale, che uno aspetta che l’altro muoia per insediarsi sul trono. Dopodiché Carlo, vestito da Jolly, con in testa la corona di uno che non ci ricordiamo se era Bravehart o Guglielmo il Conquistatore, una corona da 32 chili, un globo in una mano e lo scettro nell’altra, che sembrava il re di coppe, si è finalmente assiso sul trono. Particolare non irrilevante, ad aggiustargli lo strascico era suo nipote George, vestito come il portiere del Waldorf Astoria, ma terzo in linea di successione che, se l’andazzo è quello della buonanima della bisnonna Elisabetta vedrà il trono nel 2096. Al suo fianco la paziente, informale e disincantata Camilla, che tutti per anni hanno vituperato e ora lei è diventata regina tiè. Da rovinafamiglie a santa donna che sopporta Carlo e le sue manie, il passo è stato lungo e nel cammino Camilla s’è beccata insulti, maldicenze, e bodyshaming. Nessuno considera però che, se Carlo 50 anni fa avesse tirato fuori le… ops, il carattere e difeso il suo vero amore, non avrebbe intortato quella povera Diana e ci saremmo risparmiati pianti, interviste, libri e funerali. Comunque sia, Camilla, ha percorso la navata di Westminster con lo stesso passo di una che fa la spesa all’Eurospin insieme con Benedetta Rossi ma senza il carrello e, accompagnata da 2 damigelle della casa di riposo di Highgrove, di bianco vestita, con un girocollo di diamanti da 300 grammi a carato, si è lasciata porre sul capo altri 18 chili di corona, poi, giustamente, si è aggiustata i capelli che l’arcibishop di Canterbury le aveva scompigliato senza riguardo per la messa in piega fresca fresca. Poche, purtroppo, sono state le immagini degli invitati, ma ce le siamo fatte bastare. Kate con l’abito coperto da una gualdrappa regale dell’ordine di san Patrizio o san Patrignano, fa lo stesso, la piccola Charlotte vestita da prima comunione, il copricapo con piuma bordeaux di Anna, Harry in terza fila che dopo la cerimonia senza salutare nessuno è tornato a casa sua in America. Del resto, a Buckingham Palace era prevista solo una bicchierata informale fra parenti.