Il danno prodotto dai Maneskin si rivela in tutta la sua portata nell’entusiasmo con il quale la Rai ci propina negli ultimi anni l’Eurovision Song Contest, manifestazione che dimostra che l’Europa è divisa anche nel gusto musicale. Dopo 11 anni ha rivinto Loreen, impossibilitata a mettersi le dita nel naso a causa delle inquietanti unghie in pietra di 20 cm. Sebbene noi siamo rimasti all’età della pietra degli Abba, Loreen, di origini berbero-marocchine, gareggiava per la Svezia che della sostituzione etnica non sa che farsene.
Quarto Marco Mengoni ma, a parte il premio per la miglior composizione, la sua, insieme con l’esibizione di ballerini disabili e normodotati e quella di Mahmoodcon “Imagine”, è stata una delle poche performance che si sono distinte per raffinatezza nella generale e internazionale tamarragine. Intenso anche il video della Kalush Orchestra dalla metropolitana di Kiev, con un breve featuring al pianoforte di Kate Middleton, che non era l’unica reale ad essersi spesa per questo Esc. Anche Re Carlo e Camilla, infatti, erano comparsi nello spot promozionale. Del resto, se la buonanima di Elisabetta aveva fatto la Bond girl per le Olimpiadi, nulla vietava al re della Brexit di fare il testimonial per una competizione europea, alla faccia della coerenza.
A nostro modesto avviso, il fatto che per motivi di sicurezza quest’edizione si sia svolta a Liverpool invece che in Ucraina, paese vincitore l’anno scorso, è stato un errore tattico notevole. Se la musica che abbiamo ascoltato fosse stata usata come arma non convenzionale, probabilmente la Russia si sarebbe arresa. Quanto ai cantanti in gara, la metà sarebbero stati asfaltati da Rudy Zerbi già alle preselezioni di Amici di Maria.
In ogni caso, abbiamo rinunciato a mettere insieme il cantante e la canzone con la nazione, perché Alessandra Mele era in gara per la Norvegia e cantava in inglese, uno del duo Tvorchi, rappresenti dell’Ucraina, è nigeriano e, come al solito non si sa in quale parte dell’Europa si colloca l’Australia, ma di questi tempi la fluidità è anche geografica. Però dopo aver appreso che Cipro partecipa da 38 anni all’Esc senza averlo mai vinto, i Jalisse, che hanno vinto un festival ma sono stati esclusi dagli altri 36, hanno cominciato a rivalutare la loro carriera.
A fronte della inaspettata sobrietà nel linguaggio di Mara Maionchi, commentatrice per l’Italia con Gabriele Corsi, spiccavano le tre presentatrici locali, addobbate dall’armocromista della Bambola assassina, e le scenografie, diverse per ciascuna esibizione e degne dello stylist dei Casamonica, ma ubriaco.
Appuntamento l’anno prossimo a Stoccolma. Speriamo ci siano gli Abba.
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