Mercoledì 25 Dicembre 2024

«Painkiller», la serie di Netflix che denuncia Big Pharma: cosa sareste disposti a fare per liberarvi del dolore?

Cosa sareste disposti a fare per sconfiggere il dolore cronico? Quanto sareste disposti a pagare per mettere a tacere ogni sofferenza? Attorno a queste due semplici e brutali domande, ruota “Painkiller”, la serie appena sbarcata su Netflix che denuncia Big Pharma e un caso miliardario di malasanità in America. La mini-serie in sei puntate, balzata subito in vetta alle classifiche, racconta l’endemica diffusione di un noto oppiaceo, l’OxyContin, la pillola di ossicodone per sconfiggere il dolore che ha scatenato un'epidemia di dipendenza e morte negli Stati Uniti, riprendendo un filone narrativo già esplorato da “Dopesick”, in onda nel palinsesto Disney+. La serie è romanzata e così facendo, anziché indugiare sulla storia delle vittime e i ricordi dei superstiti, punta tutta l’attenzione sulle logiche spietate del capitalismo che ha trasformato un farmaco in una droga legalizzata, con l’evidente complicità della Food and Drug Administration ovvero l’ente che regola il mercato e la somministrazione dei medicinali. La svolta narrativa arriva quando la Purdue Pharma, dopo la morte del patriarca, cerca un nuovo farmaco da lanciare nel mercato che possa raggiungere i vertici delle vendite. In questa guerra per il potere, al centro di questa trama criminale, arriva l’AD ovvero Richard Sackler, interpretato da Matthew Broderick (“Una pazza giornata di vacanza”, “War games”, “Glory”), che veste i lussuosi panni del boss dell’OxyContin, il cui unico mandato è quello di fatturare e schiavizzare i pazienti alla sua rivoluzionaria pillola, creando un business senza eguali. A Sackler si contrappone Edie Flowers (Uzo Aduba), una madre, un’avvocata molto determinata che lavora per l'ufficio del procuratore degli Stati Uniti, in cerca non di vendetta ma di giustizia. L’OxyContin provoca immediatamente una fortissima dipendenza da chi ne fa uso quasi quotidiano. Eppure, all’inizio veniva prescritta e venduta con molta serenità, complice l’ignoranza del prodotto, test clinici truccati e l’elargizione di bonus economici assai generosi ai venditori più capaci, pronti a tutto per entrare nelle grazie dei medici. Doveva essere la pillola del miracolo ma nell’arco ben di vent’anni generò una vera e propria epidemia da dipendenza di oppiacei negli Stati Uniti, con circa 200mila vittime e un aumento dei casi di micro-criminalità, fra medici compiacenti e spacciatori nei parcheggi.

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