Esistono personaggi che sembrano avere una vita propria al di là della fiction, una di queste è Imma Tataranni, sostituto procuratore, detta lo sceriffo di Matera, inflessibile, determinata, fantasiosa nell’abbigliamento, ma soprattutto dalla potente carica umana. Se le riprese delle location materane, pur sempre incantevoli, dopo tre stagioni cominciano ad essere un po’ limitative e ripetitive, i rimandi alla attualità, come è avvenuto nell’episodio in cui era stata assassinata una ragazza immigrata per la quale i genitori avevano previsto un matrimonio combinato, riescono a coniugarsi con la cronaca e a suscitare nel pubblico considerazioni di più ampio respiro. Lunedì, comunque, si è conclusa, con evidente successo di pubblico, la terza stagione, che ha dato una nuova sterzata alla serie, facendo emergere il lato più fragile della protagonista, il cui marito era coinvolto nel delitto di una paleontologa con la quale aveva intrecciato una relazione.
Al di là della trama, ci preme sottolineare le sfumature del personaggio e l’ottima interpretazione che ha offerto Vanessa Scalera. La Tataranni è una donna non particolarmente incline alle smancerie, e, anzi, spesso sembra infastidita da alcuni comportamenti dei suoi collaboratori. Nonostante il sentimento che nutre verso Calogiuri, anche nei suoi confronti non è sempre apparsa particolarmente tenera, tuttavia, di fronte alla tragedia che vede coinvolto il marito arrestato come presunto omicida, si è mostrata in tutte le sue umane e comprensibili debolezze.
Dilaniata fra il dovere di giudice e l’affetto nei confronti di Pietro, è travolta dall’enormità del caso in cui è coinvolto e del tradimento che ha scoperto. Non smette di indagare per cercare elementi per scagionare il marito e su se stessa, per il peso dei sentimenti che nutre.
Lecito è chiedersi come si coniuga il duplice atteggiarsi di Imma Tataranni di fronte al rapporto coniugale, offeso dalla relazione del marito ma nutrendo essa stessa una passione per Calogiuri, ma anche in questa ambivalenza sta l’umanità della protagonista.
Una serie di sfaccettature che Vanessa Scalera ha saputo interpretare ottimamente, distaccandosi dalla recitazione di maniera che spesso vediamo nelle fiction tv, per entrare pienamente nel personaggio senza snaturarlo nei suoi tratti dominanti.
Il finale della terza serie, con l’inflessibile Tataranni che si rifugia nella comprensione incrollabile della sua più cara amica e collaboratrice, lascia quindi la porta aperta su altri scenari che certamente saranno tema della quarta stagione, già annunciata dalla Rai come in fase di sceneggiatura.
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