E’ polemica tra Fabio Fazio e la Rai su una "clausola" del regolamento di Sanremo che vieterebbe al vincitore del Festival di andare ospite in trasmissioni che non siano della Rai.
Il conduttore di "Che tempo che fa", che ormai ha "traslocato" sulla Nove, in un’intervista pubblicata da "Sette" aveva osservato: «Per ora vedo un nuovo regolamento a Sanremo nel quale scrivono che nei tre giorni successivi alla chiusura del festival il vincitore non può andare in trasmissioni che non siano della Rai. Ora, sarà sicuramente una coincidenza il fatto che di solito il vincitore è stato da me. Perché non può essere vero che è stata fatta una regola contro il mio programma. Non può essere vero. Anche perchè a Natale siamo tutti più buoni...».
Ma l’ad Rai, Roberto Sergio, ha replicato così sul Corriere della Sera: «Il vincitore di Sanremo, la sera della domenica, andava da Fabio Fazio... quando era in Rai. Ora che lui è alla Nove, rete concorrente, il vincitore sarà sempre ospite in Rai. Non vedo alcuna differenza col passato».
Sergio ha negato che siano state fatte delle regole nuove mirate contro Fazio: «Non c'è nessuna novità. Ogni motivo è buono per contestare la Rai - ha aggiunto - ma l’unica verità è che oggi e, nonostante i profeti di sventura, anche per il futuro, in Italia la televisione è la Rai. Che continuerà a contribuire alla costruzione dell’identità nazionale, consentendo ai cittadini di riconoscersi dentro una memoria che appartiene a tutti».
La polemica è scoppiata proprio nel giorno di un "compleanno" importante per la Rai che oggi celebra i suoi 70 anni. Con l’ad Sergio e il direttore generale, Giampaolo Rossi, che hanno voluto sottolineare parole come «memoria, orgoglio, responsabilità: parole che in questo giorno di festa per i 70 anni della nascita della 'nostrà Tv ci richiamano ai valori fondanti dell’essere servizio pubblico».
«La memoria di quanto Rai ha fatto - hanno sostenuto - per la crescita del 'saperè del nostro Paese; l’orgoglio di essere la più grande azienda culturale del Paese, pilastro del pluralismo e della democrazia, e motore dell’industria dell’audiovisivo nazionale; la responsabilità di continuare a esserlo concretamente». Mentre dalla presidente della Rai, Marinella Soldi, è arrivato l’auspicio di «un 2024 in cui celebrare la nostra tradizione proiettandoci verso nuove sfide: innovazione, transizione digitale, sostenibilità, inclusione e parità».
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