Il «Colpo di luna» di Virginia Raffaele non è stato tale da scardinare la liturgia del varietà d’annata, né a darle la patente di one woman show, anche se dobbiamo apprezzare il tempismo, la temerarietà e la bravura nel suo conclamato ruolo di imitatrice. Lo show della Raffaele, il venerdì, su Raiuno, inizia molto lentamente e con evidenti richiami alla tv degli anni Settanta, alla quale si ispira per scenografia, balletti e coreografia. Una scelta che vorrebbe suonare come omaggio al passato ma si rivela, in realtà, come una sorta di copia e incolla dello spettacolo tradizionale, che meglio si può capire quando cominciano ad arrivare gli ospiti della prima delle tre puntate.
L’immarcescibile Gianni Morandi, con il quale Virginia imbastisce una sorta di gag, ma troppo lunga e troppo lenta, l’onnipresente Gigi D’Alessio, apparentemente annoiato, il promo d’obbligo con Fabio De Luigi, al quale, per diritto cinematografico, si accoppia Stefano Accorsi, che di suo non sprizza simpatia, né attitudine al varietà. Con una presentatrice donna, non funziona neanche il concetto della valletta al contrario, con Francesco Arca tirato a lucido che fa l’apprendista conduttore di antica memoria e meno ancora si comprendono gli strampalati siparietti della signora Coriandoli/Maurizio Ferrini.
Insomma, nel contesto generale lo show manca di ritmo, novità e idee, ed è un vero peccato considerando che Virginia Raffaele è fra le artiste più giovani e versatili della tv e ci saremmo aspettati uno spettacolo ben più veloce, meno paludato e più originale. Ciò che, invece, sorprende sono le nuove imitazioni con le quali la Raffaele si è misurata, e nelle quali ha veramente brillato per sagacia, contemporaneità e ardire.
Si inizia con una Patty Pravo intervistata da un autentico Carlo Conti in vena di mettersi a disposizione della collega, ma a 24 h dal fuori onda di Bianca Berlinguer riportato da Striscia la notizia, l’aver parodiato la giornalista già di Raitre oggi a Mediaset che si lamenta di ospiti e regia se non è profetica è certamente una concomitanza fortunata. Più di nicchia, invece può definirsi l’imitazione di Beatrice Vincenzi direttore/direttrice di orchestra, nota per le sue posizioni di destra, ma non c’è dubbio che la scelta di rifarle il verso su Raiuno in piena tele Meloni è un atto d’audacia, ardimento e divertimento.
Quelli della Raffaele sono veri e propri falsi d’autore per la capacità di interpretare vezzi e vizi del personaggio con una ispirazione illuminata e la capacità di coglierne ironicamente la loro essenza. Virginia Raffaele può ben essere il doppio femminile di Maurizio Crozza, ma con quel “colpo di luna” in più che ne mette in luce l’originalità.
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