Uno dei romanzi più significativi del Novecento rivive in un toccante adattamento tv per la regia di Francesca Archibugi. A cinquant’anni dal debutto editoriale per Einaudi, “La Storia” di Elsa Morante è su Rai1 con quattro prime serate prodotte da Picomedia con Rai Fiction e Thalie Images e già disponibili su RaiPlay. Oggi e domani le ultime due puntate. Come il testo originale, la serie racconta la vita di una famiglia d’origini ebree toccata drammaticamente dalle vicende legate alla Seconda Guerra Mondiale, mettendo in luce la forza di una donna, Ida Ramundo (Jasmine Trinca), vedova e maestra elementare, madre del piccolo Useppe (Christian Liberti e Mattia Basciani) e dell’adolescente Nino, cui dà volto il diciannovenne Francesco Zenga, al suo debutto assoluto sul set.
Campano di Nocera Inferiore, Zenga interpreta un giovane alla ricerca del proprio equilibrio, che vivrà un’evoluzione radicale.
«Nella prima fase il mio personaggio è ingenuo e pieno d’entusiasmo – ci dice - con quell’accesa emotività perfetta per le Camicie Nere. Rientrando dalla guerra come partigiano, diventerà più consapevole e responsabile, pur imboccando la strada del contrabbando. In ogni step, quindi, insegna qualcosa allo spettatore: dal prendere la vita con leggerezza, che è il tratto in cui un po’ mi riconosco, al comprendere come la strada più facile da percorrere possa essere quella sbagliata».
Oltre all’interpretazione l’altra sfida è stata recitare in romanesco…
«Già ai provini Francesca apprezzava la facilità con cui passavo dalla parlata campana colloquiale al romanesco di Nino. Potremmo dire che il mio lavoro sul dialetto è stato fatto “negli anni”, perché mio padre è napoletano ma ha sempre vissuto a Roma; l’ho quindi acquisito a contatto con lui e la sua famiglia, pur avendo sempre vissuto a Nocera».
I ragazzi dell’epoca vivevano in un contesto storico fortemente influenzato dalla propaganda fascista. Com’è oggi il rapporto tra i giovani e la politica?
«Oggi non c’è interesse per la politica. Anche a scuola gli insegnanti non affrontano questo argomento, forse per paura di schierarsi. Ma, in generale, i giovani hanno obiettivi differenti. Siamo in un periodo molto diverso da quello di allora, dove schierarsi a destra e sinistra contava e aveva delle conseguenze, come anche negli anni ’70. Ricordo ancora i racconti dei miei su come in quel periodo la politica fosse al centro della vita di tutti. Questo oggi si è perso».
Il romanzo originale nasceva dalla voglia di raccontare gli anni della guerra e fare riflessioni importanti sulla Storia. Questa vicenda cosa può insegnare oggi ai giovani?
«La Storia si concentra specialmente sui rapporti affettivi, tra fratelli e fra madre e figlio, su come sia importante avere una famiglia e anche su come la vita possa cambiare da un giorno all’altro. Lo testimonia il bombardamento di San Lorenzo che raccontiamo nella serie. Da un giorno all’altro non hai più una casa, esattamente come sta accadendo in questo momento storico in Ucraina e Palestina. Interpretando Nino posso immaginare cosa si può provare in una situazione del genere, ma i ragazzi di quei Paesi oggi lo stanno vivendo e capendo sulla loro pelle. Credo che la vita vada vissuta appieno perché da un giorno all’altro può esserci tolta qualsiasi cosa».
Nel cast anche Valerio Mastandrea, Elio Germano, Asia Argento e Lorenzo Zurzolo.
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