Saranno quattro puntate molto più movimentate, ma la leggerezza e l’ironia resteranno il punto di forza della serie nonostante gli omicidi da risolvere. «Quattro nuovi casi su cui Lamanna, il nostro sbirro suo malgrado di penna, e il compagno di avventura, che ha fatto del suo look la sua bandiera di libertà (magliette colorate, infradito e pantaloncini corti), Piccionello, sono chiamati a indagare. Senza parlare degli sconvolgimenti sentimentali che animeranno le storie ma non solo».
Parola di Claudio Gioè che in questa serie sarà anche alle prese con qualche "imprevisto". Si torna a "Màkari» (frazione di San Vito Lo Capo, Trapani). L’appuntamento è su Rai1 dal 18 febbraio in prima serata con la terza stagione della serie. Tratte dalle opere letterarie di Gaetano Savatteri (Sellerio) sulle investigazioni di Saverio Lamanna, interpretato da Claudio Gioè, e del suo fedele amico Peppe Piccionello, Domenico Centamore.
Una produzione Palomar in collaborazione con Rai Fiction, presentata nella sede Rai di viale Mazzini alla presenza di Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Fiction, del produttore Carlo Degli Esposti (Palomar), dei registi Monica Vullo e Riccardo Mosca, di Savatteri e del cast: oltre a Gioè e Centamore anche Ester Pantano (Suleima) e le due new entry Eugenio Franceschini e Serena Iansiti, che interpretano i due ex di Saverio e Suleima. Insomma A «Màkari» la commedia va a braccetto con il giallo, il disincanto di Saverio con la saggezza popolare di Piccionello. Gioè sottolinea: «Saverio dovrà faticare per tenere Suleima nel suo campo sentimentale.
Non confondiamo però la leggerezza con la semplicità, bisogna lavorarci per arrivarci. Fare piangere è più facile che fare ridere». Centamore aggiunge: "Io e Claudio ormai siamo una coppia, non ci sposiamo per non fare un torto a mia moglie! Quest’anno vedrete un Piccionello innamorato, ma ha anche una gatta da pelare con Saverio e Suleima». «Lamanna ha numerosi punti in comune. Lui ha ritrovato il legame con la sua Sicilia. È un personaggio a cui voglio bene», osserva Gioè ma soprattutto la Sicilia che raccontiamo, grazie a Gaetano Savatteri, è contemporanea e lontana da certi stereotipi».
Nella nuova stagione accanto alle indagini e alla bellezza dei paesaggi entra anche la gelosia: «Saverio è più grande, ha più esperienza ma anche tante ex, alcune delle quali arrivano all’improvviso» anticipa Ester Pantano per la quale "chi guarda questa serie può piacevolmente perdersi in un luogo, Màkari, che esiste». Inoltre, «noi raccontiamo la Sicilia come un modo di essere italiani che ha la sua peculiarità come in tutte le altre regioni».
«Tanti luoghi - aggiunge Gioè - in cui abbiamo girato li ho visti per la prima volta, ma negli anni Ottanta i siciliani giravano tanto la propria regione. Girando abbiamo incontrato tantissime persone che da Bologna, Milano, Brescia e Bergamo sono andate a Màkari». Sulla scelta di limitare l’uso del dialetto rispetto a Montalbano (il produttore è lo stesso), Savatteri replica: «Io sono di una generazione cresciuta con l’italiano. I personaggi hanno una lingua molto simile a quella che si usa. Il dialetto di Camilleri è insuperabile, è una scrittura sublime sua che nessuno può pensare di riprodurre». Max Gusberti, produttore insieme a Degli Esposti: «C'è un piccolo racconto di Camilleri, 'La calza della Befanà in cui Montalbano abbandonato da tutte le sue donne si prende un momento di relax e fa un viaggio nel ristorante di Marilù.
Qui viene servito con spaghetti ai ricci da una bellissima ragazza, Suleima. Lui stesso la nota, ma scopre che nei suoi occhi brilla una luce che vive solo per Lamanna. Montalbano torna a casa e gli rimane come consolazione Fazio». Ancora Savatteri rileva: «Per tempo c'è stato un pregiudizio sul giallo, per far accettare 'Il giorno della civettà abbiamo dovuto dire che non era un poliziesco. Il giallo è il romanzo sociale di oggi: un giorno dovremo leggerle un giallo di oggi per capire i nostri tempi». Per quattro domeniche su Raiuno e Rai Play con gli episodi "Il fatto viene dopo», «La città perfetta», «Tutti i libri del mondo» e «La segreta alchimia».
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