Un viaggio emozionale nella magia della danza, ma anche nell’impegno di un’arte che è sudore e disciplina, in nome di un sogno da realizzare. In onda il 29 marzo su Rai3 e RaiPlay in prima serata, «Eleonora Abbagnato – Una stella che danza», primo docufilm sulla ballerina palermitana, Etoile dell’Opéra di Parigi e Direttrice del corpo di ballo e della scuola di danza del Teatro dell’Opera di Roma. Diretto da Irish Braschi e girato per la maggior parte nei Laboratori di Scenografia del prestigioso teatro capitolino, il film racconta da vicino l’artista, attraverso un suo dialogo personale con il pubblico, in cui si mette a nudo sino in fondo, rievocando il percorso che l’ha portata ad essere una delle figure più rappresentative della danza classica di oggi. Una narrazione che parte dalla Soirée d’adieu nel teatro parigino, sua ultima performance, e procede a ritroso seguendo le tappe di un viaggio umano e artistico di quasi 30 anni, segnato dall’amore viscerale per la danza.
Tappe rievocate in un gioco di continui rimandi tra presente e passato, oggi e ieri, live e memoir. «Nel film si racconta la prima parte della mia vita, quella che mi ha dato tutto – ha dichiarato Abbagnato alla stampa – . Sono andata via dalla Sicilia molto presto, a 11 anni, e questo documentario fa vedere il sacrificio e l’impegno che vivo ancora oggi come direttrice della scuola, dove tante bambine cercano ancora di avere un sogno. Però è giusto far capire loro che c’è tanto da lavorare, soffrire, per un dopo che arriverà».
Ed è stata proprio la dimensione del sogno ad ispirare il regista Irish Braschi: «Eleonora rappresenta l’idea stessa del sogno: quello di una bambina che, pur non essendo nata e cresciuta in un contesto di addetti ai lavori, è riuscita ad entrare nell’Olimpo della danza. La sua storia fa capire che nessuna aspirazione è impossibile, quando ci sono forza, determinazione e una volontà che va oltre ogni limite». Il sogno, da obiettivo ispiratore, diventa anche il terzo piano narrativo del docufilm, reso metaforicamente soprattutto dalla scena in cui Abbagnato danza sulle note di «Nuvole in fiore» di Dardust, suonata al piano dall’autore. I suoi movimenti coreografici vengono eseguiti dalla figlia Julia Balzaretti, che interpreta la madre da piccola. Ma la danza è anche scuola di vita, come ha specificato la grande étoile: «Alle madri dico sempre che noi le custodiamo e diamo loro la forza per affrontare il futuro; perché la danza ti fa saper vivere e difendere, ti insegna a lottare, addestra forza di volontà e disciplina. Alle bambine dico di essere se stesse, lavorare su di sé, ma anche in gruppo, perché aiuta».
Ma tutto questo è possibile solo se c’è una grande passione alla base. «Quando mi chiedono di Eleonora rispondo sempre che per lei la danza è ossigeno – ha concluso il regista – come per tutti coloro che in ogni campo hanno raggiunto l’eccellenza». Il film ingloba il debutto tv a soli 11 anni con Pippo Baudo e Raffaele Paganini, gli studi alla scuola di Marika Bezobrazova a Montecarlo, le prime esperienze importanti con Roland Petit e Carla Fracci, la formazione e il lavoro nel corpo di ballo dell’Opéra di Parigi, fino alla conquista del titolo di Etoile nel 2013. Inoltre si avvale di materiali filmici e testimonianze di amici, parenti, compagni d’arte e di noti artisti, tra cui Vasco Rossi, Claudio Baglioni e Ficarra e Picone, che hanno collaborato con Abbagnato.
«Eleonora Abbagnato– Una stella che danza» è prodotto da Matteo Levi con 11 Marzo Film, in collaborazione con Rai Documentari e col contributo del Ministero della Cultura.
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