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Chiambretti (ancora) tra sperimentazione e... convenzione

Con Piero Chiambretti

Apparteniamo a quella generazione che ha assistito alla nascita e alla crescita della RaiTre di Angelo Guglielmi. Un periodo d’oro della rete, che sperimentava generi diversi e proponeva personaggi nuovi, una stagione ricca culturalmente anche per i linguaggi che adottava e il cui pubblico di riferimento era animato soprattutto dalla curiosità. Adesso di quella rete si è persa l’identità, più che un laboratorio sembra una riserva indiana, quantomeno per quei pochi programmi che sono sopravvissuti o si ispirano ai predecessori. E quanto alla libertà di espressione il caso Scurati-Bortone la dice lunga.
Uno dei protagonisti di quegli anni fu Piero Chiambretti, “Il portalettere”, “Il laureato”, “Prove tecniche di trasmissione” erano alcuni dei programmi con i quali si fece conoscere dal pubblico guadagnandosi la fama di personaggio autoironico, irriverente, acuto osservatore, e su questi allori ha mantenuto la sua carriera.
Ora, dopo un lungo peregrinare su varie reti, sperimentando di suo dall’intrattenimento al calcio, è tornato su RaiTre con “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”, il martedì in prima serata, con un esordio non ricchissimo e una media di telespettatori al di sotto delle aspettative.
Le donne sull’orlo della crisi, in realtà, sono poche. Diciamo che il titolo è un pretesto per chiacchierare di tutto e su tutto e con moltissimi ospiti. Troppi. Né gli ospiti né le conversazioni con i quali si intrattiene sono banali, anzi, la tessitura fra argomenti interessanti e domande ironiche rende gradevole la serata. Purtroppo, però, gli inserimenti di personaggi stravaganti, talvolta coinvolti nelle discussioni con tematiche fuori contesto, finisce col appesantire la leggerezza delle interviste e spiazza il telespettatore che non sa più se si trova in una serata amabile o in una trasmissione caotica.
Insomma “Donne sull’orlo di una crisi di nervi” dovrebbe meglio coagulare il suo potenziale per non finire nel calderone delle trasmissioni prive di una linea ben precisa e che sanno più di hellzapoppin che di intrattenimento. Un po’ insomma quello che abbiamo notato per “Splendida Cornice”, la trasmissione di Geppy Cucciari sempre su RaiTre, conclusa qualche settimana addietro, che ha avuto un buon periodo di rodaggio prima di calibrarsi e trovare una sua felice definizione.
Per questo speriamo vivamente che Chiambretti, che resta sempre un personaggio fondamentale per la nostra tv, trovi un equilibrio fra sperimentazione e convenzione, e che faccia del programma una di quelle oasi divertenti in cui si può riflettere sorridendo.

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