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“Chissà chi è?”: Amadeus sul Nove con il programma fotocopia de “I soliti ignoti”

Possiamo confermarvi che abbiamo visto un programma fotocopia perché per “Chissà chi è?” non c’è bisogno di indizi, foto di fronte e di profilo e neanche del binocolone, è sempre “I soliti ignoti”, è sempre Amadeus, e pure l’orario è quello, cambia solo il canale che, come è noto è il Nove.
Dopo vari mesi di attese, però, l’esordio di Amadeus non è stato particolarmente rilevante, non ci sono stati picchi significativi di ascolto e, conseguentemente, non c’è stato l’effetto trascinamento del pubblico che è rimasto a vedere i pacchi su Raiuno, i cui dirigenti avranno certamente tirato un primo respiro di sollievo.
Fra ciò che Amadeus faceva su Raiuno e quello che si è portato appresso al Nove non c’è praticamente alcuna differenza, salvo che per alcune piccolissime variazioni del regolamento che consentono spiccioli di secondi in più per osservare il parente dell’ignoto.
Insomma, che si chiami “I soliti ignoti” o “Chissà chi è?” non cambia nulla e non sapremmo neanche cosa inventarci per incuriosire il lettore/telespettatore, anche perché il conduttore al netto di una minima emozione, ha fatto il suo ottimo lavoro come sempre e non ha tradito alcun segnale di preoccupazione nel corso della prima puntata, che, appunto ci è sembrata uguale a tutte le altre andate in onda su Raiuno.
Anche lo show che è seguito, ovvero il Suzuki Music Party, sempre condotto da Amadeus, non ci è sembrata una gran novità, ma va riconosciuto che per questo genere di programmi, l’esperienza di cinque anni di Sanremo ha il suo peso e si vede. Un peso che non è solo nella conduzione ma soprattutto nella credibilità di direttore artistico che Amadeus si è guadagnato negli anni e che ha rafforzato il suo rapporto con i cantanti. Per questo, l’apparizione di Carlo Conti nel Tg1 delle 20,30, per non dire alcunché sul prossimo Festival, ci è sembrata non solo priva di senso ma una imposizione di scuderia per marcare il territorio.
Chi pensava che Amadeus avrebbe potuto tentare strade diverse in questa nuova collocazione di rete, quindi, sarà rimasto deluso, ma va considerato che il gioco dei trasferimenti dei personaggi più gettonati, non sempre e non solo mira a creare nuovi spazi di spettacolo o a rinforzare l’audience, ma spesso solo a sottrarre alla concorrenza coloro che hanno un successo consolidato.
Nel caso specifico, non solo Nove ha portato via Amadeus ma anche il format di una delle trasmissioni più seguite di Raiuno e, questi due elementi, sono già da soli un colpaccio.

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