Un incubo attraversa le nostre notti di patiti di XFactor, e no, non è certamente Paola Iezzi che dopo il frustino del primo live esibisce nientemeno che manette, cappello da poliziotta e – ci dicono – un trucco da after sex del quale non ci eravamo proprio accorti. Anzi, l’incubo è proprio perderla, Paola Iezzi: certo, le sue immaginifiche mise al tavolo non mancheranno, ma sarebbe un vero peccato vederle fare – senza colpe – la fine che ben più di lei meritarono altre due giudici donna arrivate al tavolo circondate da grandi aspettative e rivelatesi il peggio, vale a dire Levante e Ambra (nel solco della tradizione tracciato da Anna Tatangelo, Claudia Mori e Arisa, per chi se le ricorda). Stavolta, peraltro l’eliminazione del secondo concorrente della squadra in due puntate è assolutamente ingiusta, perché Pablo Murphy – a differenza della scorsa settimana – non è il peggiore della sua manche, anzi, e potrebbe ancora salvarsi se non violentasse Another day in Paradise di Phil Collins all’ultimo scontro. L’impressione è che la squadra di Paola paghi il pregiudizio del pubblico nei confronti del giudice, e sappiamo che è già accaduto; ma andiamo con ordine e celebriamo una bella puntata di cover al termine della quale la sensazione che a vincere XFactor sarà Mimì Caruso si è ulteriormente rafforzata. *** A proposito di sensazioni che si sono rafforzate, ma quanto è brava Giorgia (voto 8)? Saremo ripetitivi, ma avere una conduttrice che prima in-canta il suo nuovo singolo Niente di male (peraltro niente male, e non è un gioco di parole) e poi tiene in mano due ore abbondanti di programma con piglio e simpatia è veramente un lusso. Così come avere al tavolo Manuel Agnelli (voto 9), finora il dominatore incontrastato di questa edizione, capace di prodursi in tre assegnazioni praticamente perfette e con un denominatore comune: la capacità di far vedere un’altra faccia dei suoi concorrenti senza però snaturarli. Finora, un gigante. Conferma l’impressione più che positiva sin qui destata Achille Lauro (voto 8), che ha le idee chiarissime su cosa fare sia con i Patagarri che con Les Votives, mentre la questione Lorenzo Salvetti appare più complessa. Nelle assegnazioni però fa il percorso opposto a quello di Manuel, affidando ai suoi concorrenti brani di generi molto diversi da riportare nel loro mondo musicale. Per ora funziona. Prima di parlare di Paola, un appunto a Jake La Furia (voto 6,5): afferma di voler trasformare Francamente in Heather Parisi e non ci sembra cosa buona e giusta, nel frattempo quelli con cui non litiga – The Foolz e El Ma – cannano pesantemente, a dire il vero più i primi della seconda che finisce al ballottaggio. Dove comunque si salva, per la disperazione di Paola (voto 6,5) che dopo due puntate resta con una sola concorrente e per di più una come Lowrah che brava è brava, per carità, ma non è che stia brillando di luce propria. L’interrogativo ormai è il solito, e un po’ spiace dovercelo porre: batterà il record di Levante che finì per assistere a mezza edizione senza avere più concorrenti da guidare? Speriamo di no, ovviamente. *** Non è facile il compito di Francamente (voto 7,5) che si esibisce dopo Giorgia e per di più in una veste non particolarmente comoda, con Mi fai impazzire di Blanco e Sfera Ebbasta che chiarisce come Jake sia parecchio in confusione con le assegnazioni. Un po’ prestino, ma tant’è. Potrebbe chiedere consiglio a Manuel che, invece, con i Punkcake (voto 8) tira dritto per la sua strada: avevamo invocato scelte meno scontate rispetto ai Clash, per tutta risposta lui vira sul folk punk dei Violent Femmes e ne viene fuori una Gone daddy gone tutt’altro che banale, anche perché i ragazzi si scambiano gli strumenti e finisce con Lorenzo, uno dei due chitarristi, che canta mentre l’altro, Bruno, è al basso, il cantante Damiano alla chitarra, la bassista Sonia alla batteria e il batterista (l’altro Lorenzo) alla marimba. Insomma, un casino (poco) organizzato che non è semplice sfoggio di versatilità ma riflesso di una visione della musica onestamente anticonformista e non mainstream. Bravi, ridendo e scherzando sono al terzo live e avremmo pure qualche candidato più credibile per la prossima eliminazione... Non certo i Patagarri (voto 8), a patto però che riescano a variare un po’ la formula: Sw1n6o di Tha Supreme (anzi, @thasup) e Salmo riceve il consueto trattamento Patagarroso, cioè viene riarrangiata e trasportata nel loro mondo swing, peraltro suonata benissimo e cantata e rappata in maniera adeguata. A questo punto hanno due strade: o provare a cambiare qualcosa, rinunciando in parte alla peculiarità del loro sound per evitare di diventare un cliché troppo ripetitivo, o scegliere brani che abbiano già quel mood per esprimere al meglio le loro qualità. Per capirci, sentirli in un pezzo come Dopo il liceo che potevo far di Edoardo Bennato sarebbe una goduria. Le ultime tre esibizioni sono accomunate dall’incompiutezza: Lowrah (voto 7) non appare del tutto centrata in Man down di Rihanna e Paola farà bene a capire velocemente dove portare la sua concorrente perché le è rimasta solo lei, Lorenzo (voto 7,5) si disimpegna tutto sommato bene nella bellissima Cento messaggi di Lazza, ma la sua refrattarietà ad affrontare brani meno “classici” sembra già un serio problema in prospettiva per il suo giudice Lauro; infine, la povera El Ma (voto 7) tra italiano zoppicante – di Jake, non il suo, hehe – e brano complesso (Try di Pink) finisce al ballottaggio e la sfanga perché la sorte del soldato Pablo era già decisa. Diversamente da quanto si poteva pronosticare all’inizio, da questo gruppetto potrebbe venire fuori il concorrente eliminato nel prossimo live. *** Seconda manche. Dopo una tutto sommato dimenticabile esibizione di Gaia, salgono sul palco Les Votives (voto 8) che con la giusta dose di figaggine e understatement rendono giustizia a Sign of the times di Harry Styles con un’esibizione che sembra chiarire definitivamente la loro cifra stilistica e il cammino che percorreranno, forse più mainstream di quanto avremmo pensato fino alla scorsa settimana. Più coerente, ma altrettanto convincente è Danielle (voto 8), al quale Manuel dopo Alberto Fortis assegna Ivan Graziani e la struggente Lugano addio: scelta perfetta, non solo per il giusto omaggio a un cantautore unico e poco compreso, ma anche per la decisione di far cantare Danielle da fermo davanti all’asta del microfono per restituire tutta la sua intensità interpretativa. Con Mimì (voto 9), invece, Agnelli decide di rischiare qualcosina in più e di metterla sempre alla prova – un po’ come faceva Morgan con Chiara Galiazzo, nome che tornerà di qui a pochissimo e capirete perché – scegliendo un brano degli anni Settanta, Something on your mind di Karen Dalton, che la vincitrice di questo XFactor rende ancora una volta magnificamente. E arriviamo al caso Pablo Murphy: la sua sorte era probabilmente già segnata dalla scorsa puntata – sembra che Taylor Swift in persona abbia chiamato la produzione per dire «Ma che c...», no, non «What the f...», proprio «Ma che c...» – eppure questa volta la sua Mr. Brightside the Killers (brano che contiene il secondo miglior ritornello di sempre dopo Be my baby delle Ronettes secondo la rivista britannica NME) è centrata, ben cantata, insomma dovrebbe metterlo al riparo dall’eliminazione se... Eh. Se non fosse un concorrente di Paola? Se non si fosse definitivamente alienato tutto il genere femminile? Sembrerebbe un’ingiustizia, poi all’ultimo scontro il buon Pablo, come accennato, si macchia di vilipendio nei confronti di Phil Collins e mette nuovamente tutti d’accordo: sì, a casa. Voto 8 ma a casa. Anche se al posto suo dovrebbero andarci i The Foolz (voto 5). Momento parabola evangelica (più o meno): edizione 2012, abbiamo da poco scoperto l’esistenza di un’aliena di nome Chiara Galiazzo e abbiamo subito capito che vincerà. Poi la sua carriera fuori da XFactor non manterrà le promesse, ma questa è un’altra parabola. “Ora, in quei giorni” il suo giudice Morgan si annoia e di settimana in settimana le assegna brani fuori da ogni logica, lontanissimi tra loro e da lei, solo per il gusto di dimostrare che la ragazza è un mostro: al quinto live sceglie addirittura I was made for loving you e quella straordinaria esibizione (la trovate su YouTube, c’è anche Morgan vestito come Gene Simmons) sarà commentata entusiasticamente anche dagli stessi Kiss. Fine della parabola, ma purtroppo non di quella dei The Foolz: arrangiamento sbagliato, approccio vocale sbagliato, un paio – più di un paio – di note sbagliate, ci manca solo un Negroni sbagliato per anestetizzare chi ha avuto la sfortuna di sentirli. E avrà nuovamente questa sfortuna, visto che si salvano contro ogni logica. *** Ballottaggio tutt’altro che scontato, perché Pablo ha decisamente cantato meglio mentre El Ma ha ricevuto critiche generalizzate. Ripropone Vampire di Olivia Rodrigo già sentita alle audizioni e fa meglio che nella manche, al contrario di Pablo, come già ricordato. Il tavolo pende dalla sua parte per la particolarità della sua voce e le maggiori prospettive di crescita: Pablo torna al suo fan club tutto al femminile e noi ci prepariamo a pagare la tassa annuale alla musica dance che sarà il tema della prossima puntata. Ce la risparmieremmo, ma se Lauro assegna gli Earth, Wind & Fire ai Patagarri ci divertiamo parecchio.