Era sopravvissuta a un avvio choc, con due concorrenti della sua squadra eliminati nelle prime due settimane. Era sopravvissuta alla puntata dance, e vabbè. Era sopravvissuta all’Hell Factor, la serata con la doppia eliminazione, però a stento. Come a stento era sopravvissuta – anzi, non era sopravvissuta perché la sua concorrente superstite Lowrah era finita al ballottaggio – alla manche degli inediti di giovedì sera. Era pure sopravvissuta agli ingenerosi paragoni con le varie Levante e Ambra. Ma non è sopravvissuta alla… furia di Jake La Furia, che dopo aver passato un’intera diretta a trattenersi per non saltare al collo di Achille Lauro e non trovando all’ultimo scontro nessun concorrente del “grande paraculo” di questa edizione, si è sfogato su Lowrah più che altro per non sentirsi dire, mandando tutti al tilt, che non voleva assumersi la responsabilità dell’eliminazione. E così, alle soglie della semifinale – ben più avanti di quanto avevamo pronosticato, va detto – Paola Iezzi (voto 6) ha la settimana di ferie, nel senso che non avendo più concorrenti non deve preparare assegnazioni ed esibizioni. Se non le sue. Anzi, probabilmente l’uscita dalla gara le regalerà ancora maggiore entusiasmo nelle comparsate sul palco: anche se in realtà quella vista in apertura di puntata, con le hit di Madonna Vogue e Music insieme a Giorgia che canta Whitney Houston (voto 8, machevvelodicoaffare), è parsa già bella carica... e il voto si alza. Ad ogni modo, bella puntata con un livello di inediti piuttosto alto e una seconda manche godibile. Solo una domanda: ma i freschi sposini Coma_cose (voto 7,5) avevano prenotato Milano per il viaggio di nozze?
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“Partirono in sette, ed erano abbastanza” (quasi cit.). Con un po’ di dispiacere per Danielle che ci sarebbe stato più dei Patagarri, i concorrenti che arrivano alla puntata degli inediti dopo la doppia eliminazione sono i migliori del lotto. Lecito aspettarsi dei bei pezzi, e in effetti cominciano piuttosto bene i Les Votives (voto 7,5): la loro Monster è centrata e gradevole, magari non sconvolge perché è esattamente quello che ci saremmo aspettati ma va bene così. Più coraggiosa la scelta di Amy Winehouse e You know I’m no good per la seconda manche, in cui mostrano un lato diverso, più intenso e profondo, e non dispiace nemmeno quello. Si compie qui il destino di Lawrah (voto 7), penalizzata dalla scelta di un tremendo pezzo reggaeton (Malasuerte) e che non una bella Someone you loved di Lewis Capaldi non salverà al ballottaggio: Jake La Furia arzigogola un po’, fa finta di dispiacersi per il fatto che la giovane friulana di origine albanese fatichi a piacere al pubblico televisivo e per consolarla... la rispedisce a casa prima che spezzi il cuore al povero Lorenzo Salvetti, che a 17 anni sembra averne viste fin troppe e che nei montaggi video appare decisamente in difficoltà quando Lowrah lo abbraccia un po’ troppo a lungo. A proposito del ballottaggio: a salvarsi saranno i Punkcake (voto 7), che la sfangano con un inedito non indimenticabile (Gloom, cantata a due voci dal frontman Damiano e dalla bassista Sonia) ma non convincono del tutto nella cover degli Yeah Yeah Yeahs (Maps, con la sola Sonia come lead singer). Sta di fatto che dovevano uscire alla seconda – questo aveva previsto il vate Agnelli – e invece sono in semifinale a XFactor. Più a sorpresa, diciamo così, rispetto a Francamente (voto 9) che scodella l’inedito migliore in assoluto, Fucina, scritto poco dopo l’arrivo a Berlino dove vive: un raffinato esempio di pop elettronico anni ’80, sulla scia di Battiato ed epigoni, che mette in risalto la sua voce così simile a quella di Carmen Consoli... Sicuri che sia torinese e non catanese? Ad ogni modo, la cover che Jake (voto 10 ma solo per l’embolo che gli fa spellare l’ormai insopportabile Achille Lauro, per il resto non è che ci abbia capito troppo della gara tanto che se non fosse per Francamente sarebbe sicuro al posto di Paola) sceglie per la seconda manche è Believe di Cher, arrangiata praticamente solo voce e chitarra, senza autotune e su un tempo più lento, ancora una volta ben fatta e molto personale.
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Il casino, come al solito, avviene quando tocca ai Patagarri (voto 7): il loro inedito si intitola Caravan ma, più che a Duke Ellington, fa pensare a Caravan petrol di Renato Carosone. I giudici scavano e ci trovano influenze di Vinicio Capossela obiettivamente marginali, piuttosto c’è tanto Goran Bregovic e la produzione quasi dance, paracula quanto il loro giudice Lauro che non fa altro che cianciare di “coerenza” e “identità” (voto 7: la tendenza al comizio che lo fa straparlare ogni volta inizia un po’ a infastidire, ma è l’unico in semifinale con tutti e tre i concorrenti e questo qualcosa vorrà dire), ce la saremmo pure risparmiata. Apre il fuoco Jake ma le cose più gravi le dice Manuel, raccontando di aver ricevuto addirittura delle minacce per il suo atteggiamento critico nei confronti del gruppo. E non è niente: quando per la manche delle cover Lauro annuncia un mashup tra Tu vuò fa l’americano di Carosone e Bella ciao, Manuel sbrocca definitivamente e non nasconde il proprio scandalo per un’operazione superficiale e di dubbio gusto. È vero che i ragazzi inseriscono qualche modifica nel testo di Carosone per preparare una transizione meno brusca (“Tutto il mondo è americano” nel ritornello) e tentano un arrangiamento in stile Modena City Ramblers che salvi capra e cavoli, ma il risultato è poco Resistenza e tanto Casa di carta. Molto più conservativo appare l’atteggiamento di Lauro con il suo ultimo concorrente, Lorenzo (voto 7), che si porta da casa un inedito telefonatissimo dal titolo Mille concerti e nella seconda fase, bisogna dirlo, fa onore a Tango di Tananai. Certo, tutto quello che fa va visto alla luce dei suoi appena diciassette anni, ma se un giorno scopre che la morosa gli ha fatto le corna questo si passa a fil di spada come un cavaliere d’altri tempi. Chiude la prima manche Mimì (voto 9) con un inedito scritto per lei da Madame, Dove si va, carino ma nulla più: onestamente, a una voce come la sua avremmo affidato un brano sì contemporaneo, ma con un po’ di melodia e di vocalità in più. La cover di Lilac wine di Nina Simone attraverso la versione di Jeff Buckley, invece, è qualcosa di fenomenale. Quando Manuel (voto 6 per gli inediti, 8 come media tra le cover, 10 per quante ne ha dette a Lauro & C.) fa riferimento ad altre grandi voci uscite da XFactor con grandi aspettative poi frustrate dal mercato – viene subito in mente Chiara Galiazzo, per esempio – sembra avere sinistramente chiaro il limite di questa ragazza, quello che sarà la discriminante per la sua carriera, ovvero trovare una direzione chiara. Mimì può cantare letteralmente qualsiasi cosa, ma a differenza di Francamente mostra una personalità musicale ancora acerba che potrebbe costituire un limite serio. E sarebbe un peccato.
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Come detto, i Punkcake raggiungono Lowrah al ballottaggio e sembra che il loro destino così a lungo rimandato debba finalmente compiersi; invece sia Lauro che Jake scelgono di salvare loro ed eliminare la concorrente di Paola, spianando così la strada al suicidio di Lorenzo. Nel prossimo live il più votato della prima manche andrà direttamente in finale mentre gli altri concorrenti canteranno insieme a un’orchestra per giocarsi l’approdo allo show napoletano del 5 dicembre in piazza del Plebiscito. Dovessimo giocarci il classico soldino, punteremmo per l’eliminazione dei Punkcake e dei Patagarri, ma visto che ormai le votazioni sembrano sempre più rivolte al giudice che non ai concorrenti, preparatevi per un podio tutto Lauro. Fine ingloriosa per un’edizione comunque interessante e che ha riconciliato XFactor con il pubblico dopo i disastri dello scorso anno.
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