Effetto-Licitra per i Patagarri, vince Mimì (e meno male!)
Lauro perde il… Senato, Manuel Agnelli sconfigge la maledizione
Correva l’anno 2017, e XFactor – che viveva la sua edizione forse più importante e seguita – era letteralmente in mano a un gruppo rock romano con un nome danese. Arrivati alle audizioni con un singolo già pronto per essere una hit, i Maneskin durante i live avevano dominato la scena, specie con una cover di Frankie Valli che sarebbe diventata un singolo da milioni di copie (sì, proprio Beggin’), e insomma, sembrava che niente potesse impedire loro di trionfare in finale, poi vincere Sanremo, l’Eurovision e diventare padroni del mondo come il Dottor Stranamore. Tutte (facili) previsioni che si sarebbero ampiamente avverate, tranne una: la finale. A batterli, e a dare corpo alla “maledizione di Manuel” (il loro giudice, che non avrebbe mai vinto il talent fino a quest’anno), era stato il tenore ragusano Lorenzo Licitra, favorito con tutta evidenza dal fatto che lo show era stato trasmesso in diretta non solo su Sky e dunque sul satellite, ma anche su TV8 e Cielo (digitale terrestre): l’analisi fu che il pubblico più “generalista” del canale, raddoppiando l’audience del programma (un milione e mezzo di telespettatori in più, tanti quanti su Sky), avesse preferito un talento più mainstream. E chi ha età e memoria sufficienti ricorderà anche il 2009, quando XFactor era ancora trasmesso dalla Rai: i favoritissimi Bastard Sons of Dioniso pagarono il passaggio da Rai2 a Rai1 per la serata finale e videro imporsi Matteo Becucci. Ma quello che è accaduto giovedì sera va oltre, e soprattutto – a differenza delle altre due volte – arriva a fare giustizia e sanare i torti, come Batman. *** Sì, perché nel gelo di una piazza Plebiscito gremita da sedicimila persone urlanti (e di nuovo in simulcast Sky-TV8) i rapporti di forza si sono totalmente capovolti, le maledizioni sono state spezzate, la musica ha sconfitto i social: i Patagarri, primi nelle votazioni in semifinale tanto da approdare all’ultimo atto già dopo la prima manche, si ritrovano terzi mentre Mimì, reduce addirittura da un ballottaggio rischiosissimo contro l’unica altra concorrente che Francamente avrebbe meritato la vittoria (che calembour, Senato!, direbbe Lauro), trionfa e restituisce un po’ di calore vitale a un Manuel Agnelli già in ipotermia. E a proposito di Lauro, che si era già autoproclamato imperatore dopo aver portato la sua squadra in blocco in finale: deve accontentarsi di secondo, terzo e quarto posto (con i Les Votives sul podio e Lorenzo Salvetti quarto) e probabilmente maledice l’allargamento della platea a un pubblico che forse non lo segue tanto su Instagram come, appunto, il Senato al quale si appellava durante i live. *** Show notevolissimo quello messo in piedi in piazza Plebiscito, con la guida ormai sicura e spigliata di Giorgia (voto 9), coinvolta anche in un breve ma bel duetto sulle note di Napule è con Gigi D’Alessio, ospite della serata insieme a Robbie Williams e alla carrambata di Paola e Chiara. L’inizio viene anticipato perché due dei finalisti sono minorenni e bisogna chiudere entro la mezzanotte, i tempi sono serrati e non ci si annoia. Al tavolo, Paola (voto 8) e Jake (voto 7) sono in modalità relax perché ormai fuori dai giochi, Manuel (voto 10) in modalità pre-morte per il freddo fino al verdetto che lo resuscita, Lauro (voto 8) più impegnato a osannare Mimì, quasi sentendosi in colpa per l’esclusione di Francamente, che a portare avanti i suoi. Ma il bilancio complessivo è più che positivo: i quattro hanno discusso di musica, senza sbroccare come avveniva fino alla scorsa stagione, hanno valorizzato i loro talenti e sono stati coerenti con le loro idee. Se casino c’è stato, è stato proprio sui social: ancora una volta Jake ha rivelato di essere stato attaccato per le sue perplessità, più che legittime sulle prospettive commerciali dei Patagarri. I quali (voto 8) ci piacciono anche, e tanto, ma sono rimasti sempre sul filo del “fuori contesto” senza mai apparire realmente credibili dal punto di vista discografico, nemmeno con l’inedito Caravan. Come My Song hanno scelto Cam-Camini dal film Mary Poppins, nel medley hanno ficcato Hey, Pachuco che è in The Mask e The Big Kahuna, in precedenza avevano suonato anche Alleluja, tutti jazzisti dagli Aristogatti… insomma, hanno fatto tanto cinema e anche tanta musica, ma la vittoria sarebbe stata eccessiva. *** Gli altri due concorrenti di Lauro hanno convinto, ma non fino in fondo: i Les Votives (voto 8) chiudono secondi, penalizzati probabilmente da un inedito che non ha particolare presa e da una scelta azzardata per la My Song (Someone like you di Adele), e ora dovranno decidere cosa fare da grandi, visto che cantano quasi esclusivamente in inglese e quindi si rivolgono a un potenziale pubblico internazionale; Lorenzo Salvetti (voto 7,5) non si sposta dalla sua comfort zone piluccando qua e là tra cantautori contemporanei e più datati, un po’ poco per vincere. Ma è quando Mimì (voto 10) sale sul palco per il medley, dopo aver scelto come My Song Because the night di Patti Smith, che si decide la gara: con un sapiente crescendo mette in fila Figures di Jessie Reyez e due capolavori come Mi sei scoppiato dentro il cuore di Mina e La sera dei miracoli di Lucio Dalla, scatenando la sua voce unica e conquistando il pubblico napoletano e anche quello televisivo. L’inedito scritto da Madame secondo noi è un po’ un’occasione persa, ma anche lei ha 17 anni come Lorenzo e bene dice il suo giudice quando si chiede cosa diavolo sarà capace di fare tra cinque anni. Per il momento si prende la piazza per ricantare Dove si va tra salti, balli e gridolini davanti a un incredulo e commosso Manuel: la nuova Maledizione del Bambino (quella che impedì ai Boston Red Sox di vincere il campionato di baseball per 87 anni dopo aver ceduto Babe Ruth agli Yankees) è sconfitta, il figlio illegittimo del talent è finalmente sul trono. Ora gli manca solo il cappotto, così da non morire assiderato per fare il figo in giacchetta.