
E’ una delle serie più discusse del momento «Il Gattopardo» di Netflix, nuovo adattamento del capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, girato fra Catania, Palermo e Siracusa e prodotto da Indiana Production e Moonage Pictures, a 62 anni dal film cult di Luchino Visconti. Una versione che ha diviso tra estimatori della linea viscontiana e ammiratori della nuova linea narrativa, non del tutto fedele al testo originale.
Tra gli interpreti due talenti del Sud: Francesco Colella e Alberto Rossi. Volto del direttore de «L’Europeo» Alfredo Battistini nella serie di Rai1 «Miss Fallaci», l’attore catanzarese Francesco Colella è qui Don Calogero Sedara, l’antagonista del Principe di Salina Don Fabrizio Corbera (Kim Rossi Stuart), che nel film di Visconti era interpretato da Paolo Stoppa.
«È un personaggio a suo modo ridicolo – sottolinea Colella – servile e compiacente verso i potenti: si mostra fragile coi forti, pur non essendolo, e forte coi deboli. Allo stesso tempo è spregiudicato, e dietro questa immagine di uomo rozzo e ignorante, sottovalutata dalla famiglia Salina, nasconde una grande pericolosità. Accumula denaro in maniera illecita e attraverso queste ricchezze piega gli interessi politici a proprio favore, e mette sul mercato la figlia Angelica (Deva Cassel) come fosse una puledra di razza, cercando di farla accoppiare con un puledro di razza come Tancredi (Saul Nanni) per rafforzare il suo potere».
Un personaggio fortemente attuale, un «proto-italiano», come sottolinea l’attore, ambiguo ed opportunista: «Uomini come lui sono convinti che attraverso il potere materiale e la ricchezza ottenuta con mezzi illeciti si possano acquistare e conquistare titoli onorifici e cariche politiche, arrivando anche al governo, come accade a Sedara, che nella serie dice: tra 200 anni quelli come noi saranno ancora qui...». La sfida è stata interpretarlo facendone arrivare la risonanza all’oggi: «Ho inteso farmi portatore di una riflessione su tante figure che vivono e respirano non solo nel nostro Paese, ma ovunque intorno a noi, pensando di poter governare attraverso la forza, il potere e i soldi».
Assente nel film di Visconti e solo accennato nel testo originale è invece il personaggio di Paolo, figlio di Don Fabrizio, cui dà volto l’attore catanese Alberto Rossi, 27 anni, («Màkari 2», «L’estate più calda», «Ombrello»). «Ho cercato d’immaginare quale potesse essere il suo background – ci dice – cosa provasse, anche semplicemente ciò che gli piaceva fare. Paolo è un ragazzo che, rispetto al cugino Tancredi, ha totalmente sulle spalle il peso di essere il futuro erede dei Salina e vuole dimostrare al padre quanto sia in grado di gestire il futuro della famiglia; cerca quindi in tutti i modi di farsi notare da lui e arriva anche ad imitarlo perché, oltre ad essere il Gattopardo, è un uomo di grande carisma. Vorrebbe mostrare coraggio e maturità ma, come accade spesso a tanti giovani, ha difficoltà nell’esprimere se stesso, e usa la rabbia per non mostrare il suo disagio». Fondamentale l’apporto di Tom Shankland e Giuseppe Capotondi, registi della serie con Laura Luchetti. «Con Tom abbiamo studiato alcuni accorgimenti sul personaggio; con Giuseppe abbiamo costruito la sua evoluzione, la sua maggiore consapevolezza dei doveri personali».
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