Venerdì 06 Giugno 2025

“Sognando… ballando con le stelle”, un debole doppione

Di alcuni meccanismi televisivi non comprendiamo il motivo per cui certi personaggi debbano confermare la loro presenza anche in programmi che non avrebbero ragione di esistere. L’esempio più recente lo offre Milly Carlucci, affermata professionista che, non paga di condurre con merito e soddisfazione il longevo “Ballando con le stelle”, si è riproposta nelle passate stagioni anche con “Il Cantante mascherato” e “L’acchiappatalenti” programmi che, oltre a non godere del medesimo seguito, hanno anche dimostrato la fragilità di format del tutto inadeguati. Motivata a “non perdere la priorità acquisita” su Raiuno, consapevole di non potersi ripresentare con trasmissioni che ne appannavano l’immagine, ma convinta che “Ballando con le stelle” potesse riprodursi per talee come dimostrato con la sezione “On the road” riservata ai casting di ballerini sconosciuti, Milly Carlucci si è inventata il festeggiamento dei venti anni del programma per ritornare su Raiuno con la stessa formula in versione pro, talent dedicato alla selezione di ballerini professionisti che aspirano ad entrare nel cast dei “maestri”. Così “Sognando… ballando con le stelle” è sbarcato il venerdì su Raiuno in prima serata, a meno che non giochi Sinner. Stessa giuria, identico percorso degli aspiranti maestri che si presentano e si confidano alla telecamera, ospiti illustri o ex vincitori chiamati a esibirsi senza l’ansia della competizione che, invece, dilania i concorrenti. Il risultato però non è nemmeno paragonabile al successo del “programma madre” e, per quello che abbiamo avuto modo di vedere, sta scompensando giuria e telespettatori. Innanzitutto non si può giudicare ciò che non si vede. A un buon maestro di “Ballando con le stelle”, infatti, non serve solo bravura nella danza o presenza scenica, doti visibili, ma virtù nascoste, come la capacità nell’insegnamento e la pazienza nel rapportarsi alle “star” concorrenti con tutte le loro smanie di protagonismo. Anche i giurati senza il gossip e i retroscena che riserva l’edizione principale, annaspano nelle valutazioni rischiando di essere ripetitivi, visto anche che non se la sentono di infierire sui ballerini che, dalle clip di presentazione, appaiono desiderosi di vincere per trovare il posto fisso. La debolezza del talent e la mancanza di elementi di contorno che possano rendere friccicarello “Sognando Ballando con le stelle”, aggiunta alla riproposizione dello stesso format, rischia invece di indebolire il programma principale e di creare una sovraesposizione anche della giuria che, come sopra detto, è sostanzialmente privata dei suoi tratti caratteristici, ovvero la possibilità di polemizzare con ospiti noti e di creare intrattenimento. Insomma... repetita iuvant, sed stufant.

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