
Solo qualche settimana addietro, a proposito di “In & Out”, avevamo parlato della necessità di un laboratorio televisivo che facesse emergere ed educasse i talenti comici ma mai avremmo pensato che Raidue interpretasse così malamente il nostro desiderio.
Da domenica sera, infatti, su Raidue, è iniziato “Facci ridere” condotto da Pino Insegno con Roberto Ciufoli che fa da comprimario, in prima serata, con una carrellata di aspiranti comici che nella vita fanno altri mestieri e ai quali, purtroppo, qualcuno ha messo in testa l’idea di essere portatori sani di divertimento.
Dire che si tratti di uno spettacolo imbarazzante è poco, visto che anche la più raffazzonata recita scolastica di fine anno può riservare piacevoli sorprese. Nessun elemento di contorno che riempia lo studio in cui questi poveretti si esibiscono, gag vecchie, battute obsolete, molti concorrenti pescati dal web o da altre partecipazioni minori. Tutti sono divisi per macroaree geografiche e si contendono nientemeno che una cesta piena di salumi, formaggi e ortaggi di stagione, dalla quale si capisce che la “poraccitudine” è già un elemento autoriale.
Anche la giuria sembra assemblata malamente. Il solito Francesco Paolantoni che, almeno nella funzione di giurato appare coerente e severo, Massimiliano Rosolini che non si capisce cosa c’entri un ex campione di nuoto con un programma pseudocomico e Carolina Rey che apparentemente ride di gusto, ma poi piazza due faccine con la stessa coerenza dei concorrenti di “Quattro ristoranti” che dicono “buonissimo” e votano con 3 il menù dell’avversario.
A Raidue non hanno avuto neanche l’umiltà di presentare il programma come una sfilata di dilettanti allo sbaraglio, tipo Corrida, o di mettere un punto interrogativo alla fine del titolo per attenuare le conseguenze di quello che invece, così, suona come una beffa, appunto, “Facci ridere”.
Un commento vogliamo riservarlo anche a Pino Insegno che, a differenza del socio Ciufoli più disinvolto, in tutta la prima puntata è apparso teso e molto serioso, quasi come se fosse consapevole della debolezza della trasmissione e impossibilitato a contrastarne la deriva.
Ci dispiace definire patetico un programma, ma alla fine, ad essere illusi sono proprio i comici dilettanti che restano confinati nei pochi minuti delle loro esibizioni senza possibilità di farsi notare anche nei rarissimi casi in cui meritavano una seconda apparizione mentre hanno fatto credere loro di aver svoltato col passaggio dal palcoscenico del dopolavoro al piccolo… scherno.
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