È salito a 79 il numero di atleti, organizzatori e giornalisti risultati positivi al coronavirus su un totale di oltre 20 mila persone controllate a Tokyo in vista dei Giochi Olimpici. Fra i 79 positivi soltanto 8 sono atleti di cui 5 ospitati nel Villaggio Olimpico. I primi atleti positivi a dover rinunciare alle gare ritirandosi dalla competizione sono una lottatrice di Taekwondo cilena, Fernanda Aguirre, e una atleta di skateboard olandese, Candy Jacobs.
Il ritiro della Jacobs
La skateboarder olandese Candy Jacobs, risultata positiva questa mattina al Covid-19, non gareggerà alle Olimpiadi a causa della quarantena di dieci giorni imposta dalle autorità giapponesi. "La mia avventura olimpica finisce qui - ha scritto su Instagram la sfortunata atleta 31enne - Mi sento in buona salute e ho fatto di tutto per evitare questo scenario, ho preso tutte le precauzioni. Avrò bisogno di un po' di tempo per digerire la mia delusione".
La cerimonia si avvicina
Intanto il governo giapponese ha reso noto che i leader di almeno una quindicina di Paesi e organizzazioni internazionali hanno confermato la propria presenza alla cerimonia di apertura che si terrà venerdì.
Si tratta di un numero notevolmente ridotto rispetto ai 40 leader che parteciparono all’apertura dei Giochi di Rio del 2016 e questo a causa della pandemia e delle forti restrizioni sanitarie imposte dal Paese ospitante.
Tra coloro che hanno confermato la propria presenza al nuovo stadio olimpico di Tokyo ci sono il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro mongolo Luvsannamsrai Oyun-Erdene, oltre alla first lady americana, Jill Biden. Alla cerimonia parteciperanno anche circa 70 autorità straniere in rappresentanza dei corrispondenti ministeri dello sport, come annunciato in conferenza stampa dal portavoce del governo giapponese, Katsunobu Kato. La visita dei leader mondiali, ha sottolineato Kato, sarà per il primo ministro Yoshihide Suga «una preziosa opportunità per rafforzare la fiducia personale» in un momento in cui gli incontri faccia a faccia sono fortemente limitati dalla pandemia.
Nel Paese ospitante si trova anche il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, che ha partecipato a un incontro con il Comitato olimpico internazionale (Cio), anche se la sua presenza all’inaugurazione non è stata confermata. Ieri, il capo del comitato organizzatore di Tokyo 2020, Toshiro Muto, non ha escluso alcuno scenario nel caso di un’esplosione dei contagi di Covid nel villaggio olimpico, neppure una cancellazione dell’evento all’ultimo momento: «Non possiamo prevedere cosa accadrà in termini di contagi», ha osservato, «potrebbero sia aumentare che diminuire e penseremo a cosa fare quando si presenterà il problema».
Il presidente Cio, Thomas Bach, è stato invece più rassicurante osservando però che «i Giochi Olimpici hanno rischiato di andare a pezzi» e che «negli ultimi 15 mesi abbiamo dovuto prendere decisioni quotidiane su basi molto incerte, avevamo dubbi ogni giorno, ci sono state notti insonni».
A due giorni dalla cerimonia di inizio Tokyo aggiorna il record di infezioni giornaliere da Covid: 1.832 casi rappresentano il massimo da metà gennaio. Nella capitale e nelle tre prefetture circostanti è attualmente in vigore il quasi stato di emergenza, con durata fino al 22 agosto, oltre il programma ufficiale dei Giochi.
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