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Da Barcellona 92 a Tokyo 2020, chi è Oksana Chusovitina, l'uzbeka che ha preso parte a 8 Olimpiadi

Da Barcellona a Tokyo, con in mezzo Atlanta, Sideny, Atene, Pechino, Londra e Rio de Janeiro. Ventinove anni di attività per un atleta. Eppure, una delle storie più belle delle Olimpiadi nipponiche riguarda proprio la longevità agonistica. Momenti di autentica commozione, e grande emozione, nel centro ginnastica di Ariake dov'erano in corso le gare dell’artistica di Tokyo 2020. Gli applausi scroscianti e le grida sono stati talmente tanti che sembrava ci fosse il pubblico sugli spalti. Invece erano le stesse ginnaste, i loro tecnici, i giornalisti presenti, tutti impegnati a rendere omaggio alla 46enne rappresentante dell’Uzbekistan Oksana Chusovitina, che ha stabilito un primato difficilmente migliorabile in uno sport come la ginnastica: ha preso parte a otto diverse edizioni delle Olimpiadi. E visto che dopo Tokyo lascerà l’agonismo, oggi tutti hanno voluto ringraziarla, fermando per un attimo le gare e dimostrandole l’affetto che si è guadagnata nel corso degli anni, e di una carriera che l’ha portata a vincere due medaglie olimpiche (un oro a squadre a Barcellona con la Comunità degli Stati Indipendenti e un argento nel volteggio a Pechino con la nazionale tedesca) e le ha dato anche la possibilità di far guarire suo figlio Alisher, che ora ha 22 anni, dalla leucemia, quando la Germania si offrì di curarlo. Lei per ringraziare decise di gareggiare, e vincere, per la rappresentativa di quel Paese. Idem per suo marito, il lottatore Bachadir Kurbanov. Avrebbe voluto ritirarsi dopo Londra 2012, disputata ancora per la Germania, poi però il desiderio di rappresentare ai Giochi anche il suo Paese d’origine, l’Uzbekistan, ha prevalso su tutto e a Rio e ora a Tokyo Oksana ha scritto la storia. Oggi è stata eliminata nel volteggio, ma che importa? Conta che ci sia stata la fila di persone che, incuranti degli appelli ad evitare contatti ravvicinati, sono andate a congratularsi con lei, a darle un bacio fuggente o un abbraccio, e a farsi un selfie con lei. Insomma, Chusovitina ha vinto la gara dell’affetto, ed è bello se a dimostrartelo sono le avversarie.
(ANSA).

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