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Tokyo 2020, il rossanese Lavia sogna una medaglia con l'Italvolley

«Per me Tokyo rappresenta il sogno di una vita. La convocazione ai Giochi è stata una delle notizie più belle, emozionanti e gratificanti. Da togliere il sonno la notte». Sono le sensazioni che sta vivendo Daniele Lavia, giovane pallavolista classe 1999 pronto a recitare un ruolo da protagonista con l’Italvolley di coach Chicco Blengini. Dopo 21 anni la Calabria pallavolistica riporta un atleta alle Olimpiadi: dopo Sidney 2000 con la presenza di un mito della “generazione dei fenomeni” come Simone Rosalba, ecco un altro cosentino (nativo di Cariati, ma cresciuto umanamente e pallavolisticamente a Rossano) a caccia di quel sogno, di quella medaglia d’oro tante volte sfiorata dagli azzurri, ma mai raggiunta.
Già nel giro della nazionale maggiore dal 2019, possiamo dire che la tua convocazione a Tokyo era (quasi) scontata?
«Di scontato non c’è niente, perché la concorrenza soprattutto nel ruolo dello schiacciatore era alta. A parte Juantorena, eravamo tutti in forse».
Sentivate la pressione di essere tutti sulla corda?
«Certamente, c’è sempre una sana competizione tra di noi e poi allenamento dopo allenamento il coach ha messo a punto le sue scelte. È un’emozione grandissima per me poter far parte di questo gruppo».
Dopo 21 anni sei il degno erede di Simone Rosalba. Ti porti dietro un pezzo di Calabria insomma, un qualcosa che ti galvanizza ancora di più?
«Sono consapevole che poter rappresentare la propria città, regione, nazione, sia davvero qualcosa di importante. Proverò a dare il massimo nel torneo più difficile di tutti e l’obiettivo è fare il meglio possibile».
Quest’Italia dove può arrivare?
«Difficile dirlo, posso dirti che siamo un gruppo davvero coeso e che stiamo crescendo giorno dopo giorno. Certo Brasile e Polonia hanno dimostrato anche nella VNL di essere due squadre fortissime, ma c’è un lotto di squadre veramente da far tremare i polsi. Dalla Russia, alla Serbia, alla Francia, agli Usa, allo stesso Giappone».
Girone iniziale sulla carta più abbordabile però per voi.
«Sì non c’è dubbio, il nostro è apparentemente più semplice mentre nell’altro ne vedremo davvero delle belle. Il nostro obiettivo è arrivare primi nel girone e affrontare poi la quarta nei quarti di finale, fase spartiacque dei Giochi per poi provare ad entrare in zona medaglie».
Quest’Italvolley arriva a Tokyo forte dei suoi “senatori”, ma anche con la freschezza di voi giovani: oltre a te Michieletto e Galassi ad esempio. Quanto può incidere nelle vostre teste l’impresa compiuta da un gruppo giovane come l’Italia del calcio che, come voi, non partiva con i favori del pronostico?
«Noi ci crediamo fin dall’inizio e ci siamo allenati per questo. L’importante è giocare di squadra come ha fatto l’Italia del calcio e cercheremo di dare lo stesso esempio anche dell’Italbasket. Il nostro gruppo è un mix tra esperti molto forti e giovani promettenti e speriamo che ciò possa dare i frutti sperati. «È difficile proiettarsi in una situazione così bella. E’ una cosa completamente nuova rispetto ad altre competizioni internazionali. Anche solo il fatto di poter incontrare campioni di altri Sport è davvero qualcosa che emoziona e ti carica».

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