Il giocatore affetto da dipendenza patologica da gioco non sa di essere precipitato in un vortice. Spesso sconosce persino il termine ludopatia. Preferisce rimanere schiavo di pronostici, puntate, esiti. Crede di poter smettere quando vuole, ma non è così. Prima di iniziare una partita al poker, alle slot o più comunemente prima che inizino gli eventi sportivi su cui ha scommesso, è convinto di
avere già in tasca la vincita potenziale. Invece, non di rado, avviene il contrario. E perde, domenica dopo domenica. La frequenza delle puntate cresce a dismisura, estendendosi a tutti gli altri giorni della settimana. Agli amici racconta solo le vincite (sporadiche) o le circostanze in cui il sistema è sfumato solo per un pelo. Il resto passa in cavalleria. In questo gioco... al massacro, internet funge da effetto moltiplicatore e i siti online rappresentano una malattia contagiosa. Ormai si può comodamente fare ogni cosa da casa. Basta avere un pc e uno strumento di pagamento. Tutto molto semplice. E alquanto pericoloso. La comodità di operare grazie a un click, lontano da occhi indiscreti, spinge ben presto all'assuefazione.
Per capire la portata del fenomeno ludopatia basta snocciolare alcuni dati. In Italia, c’è una slot machine ogni 143 abitanti. Si tratta di un numero abnorme, visto che in Paesi quali la Germania e la Spagna questa stima sale, rispettivamente, a 261 e 245 cittadini per ogni apparecchio del genere. Il giro d’affari delle società che si dividono la torta delle scommesse legali, grazie al meccanismo delle concessioni, è di 15 miliardi di euro l’anno, con margini di profitto molto alti. Quanto alle tasse, lo Stato incassa circa 4,8 miliardi di euro ogni 365 giorni. Per questo si parla di Governo complice dei casi cronici di ludopatia e delle conseguenze, anche tragiche, che possono manifestarsi. Tale malattia cronica da elitaria sta diventando di massa: sono 7mila gli italiani in
cura, ufficialmente, in centri che continuano ad aprire in varie Regioni. Inoltre, il gioco d’azzardo colpisce in particolare i giovani, coinvolgendo quasi il 50 per cento degli studenti di scuola media superiore. Molte volte, poi, alcuni piombano nel tunnel delle azioni criminali per procurarsi i soldi necessari a soddisfare quello che è diventato un vizio.
Come nel caso degli avvertimenti funesti sui pacchetti di sigarette, i giocatori sono messi in guardia sui rischi che corrono nel percorrere il potenziale tunnel senza uscita. I risultati? Certamente risibili.