Molte mode inquietano. Eppure si diffondono a macchia d'olio, diventando per molti una sorta di tradizione. Così il weekend diviene il momento ideale per "sfide" a sorsi di alcolici. Soprattutto il venerdì e il sabato notte, si fanno largo competizioni tra amici costruite in una breve parentesi di fuga dalla monotona vita quotidiana e gare disputate sul ring di alcuni locali o semplicemente in strada e in piazza.
C'è il giovane che segue il percorso del "Binge drinking", della cosiddetta abbuffata alcolica, ossia trangugiare quante più bevande possibili in un breve lasso di tempo per tagliare prima di tutti l'agognato traguardo dell'ubriachezza. E c'è chi sfoggia la propria abilità nel mandare giù una birra dietro l'altra, un drink dopo l'altro, dimostrando di essere ancora lucido. La maggior parte di chi alza il gomito pensa di sapere fin dove può spingersi. Ma il punto critico puo' materializzarsi inaspettatamente, con conseguenze spesso drammatiche. E il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, nella presentazione di un recente dossier, ha definito il fenomeno del "Binge drinking" come un “serio problema di sanità pubblica” dal quale derivano “gravi rischi per la salute e la sicurezza non solo del singolo bevitore ma anche dell’intera società”. Ne sono prova specialmente i tanti incidenti provocati dalla guida in stato di ebbrezza, che continuano a insanguinare le strade italiane. Entrata in vigore la nuova legge sull'omicidio stradale, si vedrà se l'inasprimento delle pene previste fungerà da deterrente.
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