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Gli "italieni" sono in mezzo a noi

Gli "italieni" sono in mezzo a noi

Marcello Veneziani
"Lettera agli italiani"
Marsilio editore – pp.160 euro 16

All’Italia e agli italiani, lo scrittore e giornalista Marcello Veneziani ha dedicato molte delle sue opere – compresi i saggi “Sud. Un viaggio civile e sentimentale” (2009) e “Ritorno al sud” (2014), entrambi editi da Mondadori – un amore che si rinnova nel suo nuovo saggio “Lettera agli italiani” (Marsilio, pp.156 €16), in cui si rivolge in modo provocatorio e pungente, verso «quelli che vogliono farla finita con questo paese». Una lunga lettera con cui Veneziani mette all’indice le fragilità dei connazionali che sognano di lasciare il Belpaese e lo denigrano pubblicamente e a piè sospinto – trattasi della figura de «l’espatriota» -, salvo poi non avere il coraggio nemmeno di lasciare la casa di mamma e papà. L’italiano, secondo Veneziani, si è ammalato di «struzzismo», una sorta di fuga statica dalla propria patria che si esprime in una progressiva quanto pericolosa disaffezione. La mutazione è già in atto, secondo Veneziani, gli «italieni» sono in mezzo a noi. Costoro sono «italiani alienati» che disprezzano le proprie origini e gufano contro chi anela ad una rinascita. Gli italieni si sentono stranieri in casa propria eppure sono figli del loro tempo, cresciuti nel nichilismo tecnologico, incapaci di difendere la propria identità per timore d’essere presi per razzisti. «Ma l’Italia – ammonisce Veneziani - è un paese fragile, anzi frangibile, che va in mille pezzi» e chi deve prendersene cura se non gli italiani? Innanzitutto va sfatato il mito della bellezza languida e fatiscente affinché essa sia «non un reperto o una reliquia ma un bene attivo». Ma la vera scommessa è la necessità di puntare con decisione sul concetto di sovranità applicandolo a diversi ambiti, da quello politico a quello linguistico - «la lingua italiana va difesa»-, dalla sovranità nazionale - «per affermare l’importanza decisiva dell’unità» - a quella monetaria, sottolineando il fatto che «lo Stato non può abdicare in favore dei mercati o delle banche», premiando la volontà del popolo sopra ogni cosa. Basterà? Puntare sul concetto di stato oggi può sembrare una scelta reazionaria ma forse, «solo lo Stato può salvarci», quello autorevole e decisore. Con buona pace delle istante leghiste e autonomiste. E infine, dal momento che «abbiamo esaurito i serbatoi della disperazione» e non possiamo né dobbiamo sperare in alcun messia che venga a salvare l’Italia, Veneziani si rivolge ai ragazzi italiani invitandoli a fare la rivoluzione per rigenerare il mondo che è «stanco, vecchio, spompato». Perché in fondo, quando tutto è perduto, non c’è più nulla da perdere.

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