Antonio Manzini
Cinque indagini romane per Rocco Schiavone
Sellerio editore, pp.256 €14
Rocco Schiavone è uno dei personaggi più amati del mondo del giallo italiano. Il vicequestore burbero e d’origini romane, nato dalla penna del romano Antonio Manzini, ha già conquistato schiere di lettori e lettrici, preparandosi a sbarcare in tv con la benedizione di Andrea Camilleri, di cui è giustamente considerato l’erede.
Nel suo nuovo libro, “Cinque indagini romane per Rocco Schiavone”, Antonio Manzini, attore e sceneggiatore, riunisce cinque racconti (L’accattone; Le ferie d’agosto; Buon Natale, Rocco!; La ruzzica de li porci; Rocco va in vacanza) precedentemente editi in altrettante antologie dalla casa editrice siciliana, portando indietro le lancette del tempo e facendo ritorno nelle strade capitoline, dando ai suoi lettori alcune risposte sul suo passato e su quel modus operandi che talvolta può lasciare esterrefatti.
Schiavone è noto per il suo brutto carattere e la mattina non disdegna mai uno spinello. Nato e cresciuto a Trastevere, lui che odia lo sci, le montagne, la neve e il freddo viene trasferito in modo punitivo ad Aosta ma i suoi lettori sanno che delle sue indagini ci si può sempre fidare. Senza spingere mai sul pedale della retorica o del facile pietismo, Manzini confeziona un eroe spigoloso con un passato a volte ingombrante ed amici, di quelli veri e fidati, che bazzicano nella malavita romana, senza disdegnare di fare ricorso ai “loro metodi” per ottenere ciò che vogliono sapere. Rocco Schiavone interpreta perfettamente questa dicotomia, tra l’uomo di legge e l’uomo di borgata, conosce i limiti delle indagini condotte secondo i parametri legali ma non scade mai nell’abuso. Rocco Schiavone è un personaggio umano, non basta questo a volergli bene?