Simona Baldelli
La vita a rovescio
Giunti editore, pp.416 euro 16
Una giovane donna si scopre attratta dalle “femmine” in un mondo dominato dagli uomini. Ciò che persino oggi desta qualche forma più o meno velata di ipocrisia, nel 1735 assumeva i toni di una vera e propria condanna sociale. Simona Baldelli – dopo “Evelina e le fate” (finalista al Premio Calvino 2012 e vincitore Premio John Fante opera prima) e “Il tempo bambino” - ha compiuto un gran balzo a ritroso nel tempo per trovare l’ambientazione del suo nuovo romanzo, “La vita a rovescio” (Giunti editore). La storia, ispirata alla realtà, affonda a piene mani nei temi scottanti dell’emancipazione femminile, mediante una prosa vivace e ricca di saliscendi, ulteriormente impreziosita da un velo di raffinato erotismo.
Nella Roma del Settecento la 14enne Caterina Vizzani si sente “nata a rovescio”. Scoprirà presto d’amare le donne grazie all’incontro con Margherita - sedotta con la complicità del Bradamante – e sarà una meravigliosa epifania, pregna di piacere. Costretta a fuggire via per una grave denuncia, Caterina non rinnegherà mai la propria natura e bisogna dar merito all’autrice d’aver saputo descrivere tanto le peripezie dei suoi ragionamenti che la sua fermezza d’animo. Caterina Vizzani - figlia d’un falegname e abile nell’arte della seduzione - si trasformerà così in Giovanni Bordoni. Scoprirà finalmente tutte le meraviglie che le riserva il “mondo degli uomini”, godendone i privilegi grazie alla maestria nel curare l’identità del suo alter-ego, sino alla morte che la coglierà in giovane età. La Baldelli – che arricchisce la narrazione con una vasta opera di documentazione - svela come l’arte travestimento femminile, sia per amore sia per prendere l’armi, non era pratica impensabile nel Settecento, soprattutto in Nord Europa. Nessuno mai dubitò mai dell’identità di Caterina, che fu capace di cogliere il proprio dono e lo usò per inseguire la felicità. Sì, questo è un libro decisamente attuale.
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