Se c'è una cosa che non riesco a sopportare è la Letteratura. Quella con la elle maiuscola. E ovviamente gli scrittori e i poeti che si nascondono dietro la Letteratura. Quelli che non vengono mai allo scoperto. O perché non ne sono capaci. O perché ne sono capaci ma non ne hanno il coraggio. O perché non gli conviene, nel senso che gli conviene far parte del sistema. Guadagnano di più, hanno più onori.
Il sistema dice: caro, insulso individuo, vuoi darti a un'attività inutile e dannosa come quella letteraria? E va bene, ma patti chiari e amicizia lunga. Quest'attività, dice il sistema, dovrà diventare utile e remunerativa. Principalmente non sospetta. E tu, dice sempre il sistema, caro il mio impertinente e presuntuosetto autore, dovrai darmi tante operine carine e perfettine. Operine che non devono dire niente. Roba da premi strega, premi viareggi e premi campielli, per intenderci.
Ed è così che nascono gli scrittori e i poeti pluripremiati, quelli che vendono molto, per intenderci. Quelli che se ne stanno nascosti dietro le regole della Letteratura - con la elle maiuscola - tanto cara al sistema. La Letteratura del conformismo. La Letteratura che non dice niente.
Ha scritto con la sua proverbiale delicatezza Thomas Bernhard: "Accettare un premio letterario significa farsi fare la cacca in testa".
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