Stanotte mi sono derubato. Sono entrato in casa mia e ho cominciato a frugare, a gettare tutto per aria. Stavo cercando due libri. Ma al buio non è che mi veniva così facile.
A un certo punto, mentre dormo, vengo svegliato da un rumore. È notte fonda e io ho il sonno leggerissimo. Stavo facendo un incubo. Quando quella specie di tonfo, come di un piccolo corpo che cade per terra, mi fa saltare in aria. Mi metto su a sedere sul letto e aspetto.
Un altro tonfo. Non c'è dubbio, mi dico, questo è un oggetto che cade sul pavimento. Potrebbe essere un libro. Silenzio. Ho il cuore in gola. Aspetto che. Il parquet nella stanza accanto scricchiola. C'è qualcuno in casa. Ora ne sono certo. Mi alzo e mi avvicino alla porta della stanza da pranzo. Tendo l'orecchio e aspetto.
La presenza dall'altra parte della porta è sicura. Sento qualcuno che fruga, che rovista, che si muove maldestramente: non vorrebbe fare rumore, ma dal momento che è nel buio più totale, è inevitabile che si muova goffamente. Un altro oggetto che cade. Un piccolo tonfo. Ho capito, è un libro gettato sul pavimento.
Apro la porta con prudenza. E solo in quel momento mi rendo conto che non sono armato, non ho niente in mano, nemmeno un manico di scopa con cui affrontare l'intruso. La paura mi spinge ad avere coraggio. Irrompo nella stanza da pranzo, accendo la luce e urlo: "Chi cazzo c'è in casa?!"
E mi vedo lì che armeggio fra le mie carte, i miei libri. Sono incazzatissimo. "Lo sai che mi hai svegliato? A momenti mi veniva un infarto, lo sai?". E visto che non rispondo, aggiungo: "So cosa stai cercando. Ma perché al buio?"
"Non volevo svegliarti, mi dispiace".
" È un po' tardi per le scuse..."
"Lo sai come sono, ho bisogno adesso, di quei due libri! Ero per strada e ho affrettato il passo, quasi correvo, figurati".
"Stai cercando Racconti e teatro di Beckett e Autoritratto di un altro di Noteboom".
"Esatto. Sai spiegarmi perché non riesco a trovarli?".
"No".
"In questa casa non entra mai nessun altro. Non mi pare che ci siano molte possibilità: chi è stato a prenderli?".
"Nessuno. I libri che cerchi sono lì, su quel tavolino, accanto alla scrivania. Ce li hai sotto gli occhi...".
Non ho aggiunto altro. Ho solo detto: "Vattene, adesso. Domattina devo svegliarmi presto".
Mi rimetto a letto. Spengo la luce. Chiudo gli occhi. Dormo. Come se non fosse successo niente. Solo stamattina, me ne accorgo. I due libri sono scomparsi.
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