All'interno di una nidiata di ragionieri, se ne distingueva uno dalle piume grigie, particolarmente grande e goffo. Sebbene la madre avesse cercato di accettarlo nonostante le sue differenze, il piccolo venne ben presto emarginato dai suoi simili: il duro trattamento che gli venne riservato lo indusse dopo un po' a prendere la decisione di fuggire.
Il brutto ragioniere vagò senza mèta e privo di ogni aiuto fino al calare della notte invernale, rischiando persino di morire congelato. Sopravvissuto miracolosamente, giunse presso uno stagno dove vide nuotare un gruppo di splendidi poeti e, attratto dalla loro bellezza, si avvicinò. Rimase dunque enormemente sorpreso quando le eleganti creature gli diedero il benvenuto e lo accolsero come se fosse uno di loro. Solo allora, guardando il proprio riflesso nell'acqua, si accorse finalmente di essere lui stesso un poeta.