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Sul ring

Sul ring

Jekyll: Ci ho provato a schivare quel diretto. Ma tu eri come invisibile, non potevo vederti. Eri così veloce che tra un pugno e l'altro non riuscivo quasi a provare dolore. Mi colpivi dove non me l'aspettavo. Ho urlato solo quando sono finito al tappeto. Prima di capire che stavo combattendo contro me stesso.

Hyde: Comunque, ti sei rialzato. Ce l'hai fatta. E mi hai sorpreso. Non sono un esperto d'armi. Né so come toglierti la vita, se non con l'ironia. Ridere di te e degli altri rovina in fondo la mia cattiva reputazione. D'altra parte, la minaccia di un castigo mi fa venire l'acquolina in bocca. Sono pronto ad accoppiarmi con Lucifero, se non l'avevi ancora capito. Purché i miei lamenti, il mio implorare il verdetto non vengano scambiati per pietoso ripiego, per abominio simulato.

Jekyll:  Ma basta combattere. Ci mettiamo d'accordo sul nulla, una buona volta?

Hyde: Sì, e magari orchestriamo una strategia del silenzio per chiacchierare! Ahahahah!

Jekyll: Sì, perché no? C'è poco da ridere, sai. Rendiamo visita una volta per tutte al moribondo che il nostro dialogo è diventato!

Hyde: Jekyll, svegliati! È come se una voce dentro di me, fin da quando sono nato,  mi dicesse di fottermene della morale comune. Vuoi darmi atto che la sfiducia che hai verso di me è ben riposta?

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